Nel suo libro “Tempesta perfetta sui mari” Sergio Bologna spiega che “è semplicemente folle che tutti i porti vogliano attrezzarsi per accogliere le navi giganti”. E racconta il caso della Spagna, dove sono stati costruiti porti in cui non è mai arrivata una nave: uno “scempio di denaro pubblico e di territorio pubblico”.
La Corte dei Conti europea ha criticato anche i porti del Tirreno: Genova, Spezia, Savona e Livorno hanno investimenti programmati o in corso per aumentare del 50% (cioè di altri 1,8 milioni di teu) la loro capacità combinata di 3,37 milioni di teu. Ma, ha sentenziato la Corte, “l’attuale capacità non è pienamente utilizzata” e “non sono attesi significativi incrementi del traffico negli anni a venire”. Una svolta si impone: da parte dell’Unione europea, dei governi nazionali e locali, delle Authority. Urge, in Regione Liguria e nei Comuni di Genova e Spezia, una discussione di respiro strategico. Si può uscire dalla “tempesta perfetta” o rinunciando a parte dei progetti di sviluppo o allargando i propri mercati. Ma la seconda ipotesi presuppone che si realizzino infrastrutture ferroviarie e retroporti. Siamo ancora in tempo? Toti e i candidati a Sindaco delle due città che cosa propongono?
Giorgio Pagano
Presidente dell’Associazione Culturale Mediterraneo