In seguito alla cancellazione dell'Imu e dell'Irap, il cui annuncio era stato dato dal premier a Expo alla giornata nazionale dell'agricoltura organizzata da Coldiretti il 15 settembre 2015, è stato quindi compiuto un altro passo in avanti: nel quadro economico del Def è stata prevista, infatti, l'eliminazione dal 2017 anche dell'Irpef per le imprese agricole.
"Un ulteriore tassello a favore delle nostre imprese liguri e che riconosce la specificità dell'attività agricola – commentano Valerio Sala e Sara Baccelli, presidenti di Coldiretti Genova e La Spezia – Una decisione che restituisce dignità al lavoro dei nostri imprenditori e sostiene la competitività e l'innovazione delle imprese sul territorio. Il governo, inoltre, si è impegnato a fare in modo che venga riconosciuta come Made in Italy la pasta fatta con grano italiano, come già fatto il 31 maggio di quest'anno con il decreto per l'etichettatura obbligatoria del latte e dei suoi derivati. Si apre una stagione di trasparenza per il consumatore con l'etichettatura di origine obbligatoria, fortemente richiesta dalla nostra organizzazione, per il grano impiegato nella produzione della pasta, simbolo principale del Made in Italy. Oggi un pacco di penne e spaghetti su tre contiene prodotto straniero, senza che il consumatore lo sappia. Sono necessari perciò un piano cerealicolo e contratti di filiera che sappiano premiare l'origine nazionale del grano per contrastare le speculazioni".
"Coldiretti – proseguono Sala e Baccelli - con il suo posizionamento ribadisce il concetto di 'cultura di governo', che non deve essere travisato con l'essere filo-governativi. Coldiretti dialoga con tutte le forze politiche dell'arco costituzionale che siedono in parlamento, in relazione a progetti di interesse nazionale. Indipendentemente dal colore politico di chi governa o di chi sta all'opposizione, Coldiretti è pronta al confronto e alla condivisione di percorsi comuni, purché vadano nella direzione e nella logica del bene comune. La nostra associazione è a tutti gli effetti una forza sociale che catalizza gli interessi dei produttori e dei consumatori, con politiche sono di carattere prettamente trasversale. Tutelando gli imprenditori e il Made in Italy, tuteliamo di fatto i consumatori e l'economia nazionale. Una Coldiretti che non ha paura di battersi, ad esempio, contro il caporalato: noi non vogliamo che le nostre produzioni siano macchiate del 'sangue' degli esseri umani sfruttati. Ma nel contempo ci battiamo contro il 'caporalato bianco', quel caporalato dettato dalle multinazionali che importano in Italia e in Europa prodotti agroalimentari da paesi terzi extra-europei, dove esiste palesemente lo sfruttamento degli individui per pochi dollari al giorno e dove chi lavora non ha nessuna tutela sanitaria e sindacale. Dove viene impiegata in tanti casi manodopera minorile e dove gli esseri umani vengono calpestati per interessi di pochi. Qui noi chiediamo regole ben chiare, chiediamo che gli importatori dichiarino sotto la propria responsabilità, che il prodotto non è frutto dello sfruttamento del lavoro minorile, chiediamo che venga varata una norma sugli accordi internazionali dove chi importa prodotti agroalimentari derivanti dallo sfruttamento degli individui venga penalmente perseguito".
Concludono i presidenti: "Coldiretti è per la politica della restituzione, vale a dire restituire quella dignità in termini umani ed economici a tutti quei soggetti che investono, creano occupazione, tutelano il territorio e l'ambiente nel paese Italia. Noi ci riteniamo 'patrioti': noi amiamo l'Italia e perciò siamo disposti a batterci ovunque e dovunque per il nostro paese e per la nostra gente".