Confcommercio non vuole gettare ulteriore benzina sul fuoco, ma vuole e deve invocare ancora una volta la politica locale – quella che amministra la città e la nostra vita - a vigilare, a controllare, a stringere i tempi, affinchè la piazza (e di conseguenza il quartiere del Torretto, Via Chiodo e Piazza Chiodo) non diventino una Caporetto per la nostra città, la nostra vita, le nostre attività, i nostri posti di lavoro.
Una nuova, ennesima, chiusura al traffico dei mezzi pubblici è infatti una ulteriore sconfitta che mina il progetto dello spazio in questione, allunga i tempi della sua riapertura e del suo ritorno a tutti noi, ma soprattutto alimenta dubbi sul futuro della stessa, facendoci chiedere nel futuro questa piazza cosa potrà fare, ospitare.
La piazza è infatti, come molti anni fa dicemmo e poi ricordammo, uno dei fulcri della città e del territorio, ospitando la sede dell'ex provincia, della Prefettura, delle Poste centrali, delle scuole elementari medie e superiori e numerosissimi istituti bancari. È insomma un "centro".
Il fatto che oggi – speriamo per il minor tempo possibile - sia privata anche degli autobus è l'ennesimo colpo a tutti noi, alle attività, agli abitanti, agli utenti. Negozi e uffici saranno così di nuovo lontani dalle fermate, saranno meno raggiungibili. È giusto tutto questo? È giusto un nuovo ritardo? E per il futuro: chi ci assicura che il problema non si ripresenti?
Nel frattempo altro traffico va su Viale Italia. Dopo la chiusura di Via Chiodo le soluzioni restano appunto il viale a mare, la Spallanzani e per quanto possa essere di aiuto la tangenziale collinare. Purtroppo queste soluzioni non bastano.
E intanto da piccola perla ci ritrasformiamo in città-cantiere infinito e più caotica di altre realtà, anche più grandi ed abitate di noi.
Vedremo una fine? Potremo vivere in una città comoda e accogliente? Purtroppo ad oggi abbiamo solo disagi.