"Vogliamo favorire il recupero produttivo delle aree a vocazione agricola abbandonate – spiega l'assessore Barbagallo – oppure sottoutilizzate e perseguire anche l'aumento della superficie media aziendale, la costituzione di unità produttive più ampie ed efficienti, con enormi conseguenze anche sul piano occupazionale e di reddito". L'obiettivo della Giunta è quello di richiamare i cittadini che posseggono terreni in Liguria ad un comportamento meno negligente verso il proprio territorio e le amministrazioni locali alle loro responsabilità, per quanto riguarda la salvaguardia delle aree e la prevenzione dei fattori di rischio. Nel dopoguerra la Liguria aveva 150.000 persone che lavoravano la terra, oggi sono meno di 14.000 e vista la fragilità del territorio ligure sono sempre più necessarie le opere di manutenzione. "Siccome non tutti possono dedicarsi all'attività agricola – continua Barbagallo – la legge prevede che le terre di cui i proprietari non possono o non riescono a prendersi cura siano trasferite nella disponibilità di chi vuole farne uso, attraverso un soggetto terzo garante". Nelle previsioni dell'assessorato all'agricoltura sarà una Fondazione, denominata Banca regionale della Terra a gestire il terreno al posto del denaro. "Col suo intervento – spiega Barbagallo – la Fondazione favorirà processi di ricomposizione e di riordino fondiario, indispensabili per consentire alle nostre aziende di raggiungere quella massa critica, senza la quale non si può competere, svolgendo una funzione del tutto simile a una banca". Nella discussione la Giunta ha condiviso l'impostazione del provvedimento, ancora sotto forma di bozza, e ha dato mandato all'assessore Barbagallo di avviare al più presto il confronto con gli altri assessorati e i dipartimenti della Regione e con tutti i soggetti coinvolti a vario titolo per arrivare ad un disegno di legge il più possibile condiviso.