L'applicazione della Direttiva per i piccoli e medi produttori di motori fuoribordo con potenza uguale o inferiore ai 15kW (20 CV), riguarda anche la commercializzazione dei motori sui mercati comunitari per la quale sarà concessa una proroga sino al 18 gennaio 2020.Una proroga, rispetto ai tempi di entrata in vigore del decreto tutt'altro che insignificante per le imprese del settore del nostro territorio perché la stragrande maggioranza di imbarcazioni nel nostro Golfo fa uso proprio di questo tipo di motori.
"Questa proroga è accolta positivamente" commenta Federica Maggiani, Presidente di CNA La Spezia e titolare di Motorvela - "le case produttrici stanno già lavorando in un'ottica di sempre maggior sensibilità ambientale, concedere a questo processo un margine di tempo maggiore può solo aiutare ad arrivare al termine indicato completamente a norma."
"Dal punto di vista ambientale il grande cambiamento in positivo è stato il favorire l'utilizzo di motori quattro tempi rispetto ai due tempi" spiega Cristina Poletti dell'Azienda Nautilus2001.- "la maggior parte delle imbarcazioni di piccolo cabotaggio usa motori a 15 o 20 cavalli, pensiamo alle barche dei muscolai che usano un 15 cavalli. Sono barche che emettono poche emissioni ma soprattutto bisogna considerare che i motori di ultima generazione sono più ecocompatibili, proprio le case madre puntano a realizzare prodotti più puliti, si cerca di garantire il basso impatto ambientale anche perché l'utente finale è più attento e pertanto ci si adegua alle esigenze del cliente."
"La normativa riguarda i costruttori, in quanto rivenditori la nostra incidenza è relativa, ma è sempre importante avere un occhio di riguardo all'ambiente pertanto da una parte accigliamo positivamente sia la normativa sia la proroga." osserva Simonetta Faggioni di MotorMat. "In merito alle politiche ambientali, soprattutto per i fuoribordo, è giusto considerare che quanto ad inquinamento ed emissioni trattasi di un settore di nicchia, fortunatamente sono anni che le produzioni hanno riguardo verso soluzioni eco. Ci sarebbe da applicare stessa rigidità e limitazioni ad altri comparti per avere risultati complessivi migliori per tutti."
Per contestualizzare: tra Golfo, Riviera e Magra si contano oltre 8.000 posti barca suddivisi in punti di ormeggio (5.810), approdi turistici (1.168) e lotti in porto turistico (1.035). La Spezia risulta prima in Liguria per numero di posti barca, segue Genova poi Savona ed infine Imperia; in una Regione che detiene il 20% delle unità immatricolate in Italia, circa 20.200 unità. Quasi 60 le darsene e rimessaggi e approdi 39 sul Fiume Magra e oltre 20 sul Golfo, con posti barca che sono in grado di ospitare barche da 5 metri a 100 m.
