Ricordo appena che la piazza in questione, prima dei lavori di rifacimento, ospitava la bellezza di un centinaio di posti auto e un capolinea per mezzi pubblici. Il "verde" era rappresentato da una delimitazione di pini assai malconci attorno ai quali si teneva un carosello infinito di auto nelle ore d'afflusso. Sui pochi tratti d'asfalto liberi dai parcheggi era impossibile camminare per le radici dei pini in superficie e la presenza d'olio percolato dai motori di mezzi pesanti e non.
Capisco si possa sindacare, a personale discrezione, l'architettura della piazza, ma accanirsi contro i colleghi di bar e ristoranti che, dopo aver ottenuto autorizzazioni e pagato salati affitti, offrono posti di lavoro e accoglienza in una città turistica, mi pare fuori luogo e pretestuoso. Cavalcare demagogie a buon mercato –e qui parlo da collaboratore per diversi anni di questo giornale– non regala che un apparente consenso momentaneo. Il lavoro stagionale è invece una cosa seria e, nella fattispecie, quello offerto dai pubblici esercizi della provincia spezzina, ha contribuito –tra le altre cose– a mantenere agli studi universitari molti dei nostri ragazzi. Alla faccia della demagogia! (22 luglio)