"Prendiamo atto che l'Italia ha perso una grande occasione per difendere l'origine dei nostri prodotti e per valorizzare il patrimonio manifatturiero rappresentato da 596.230 imprese con 16.274.335 addetti, di cui il 58% in micro e piccole imprese fino a 20 addetti. Con questi numeri, se non è l'Italia a difendere l'identità delle produzioni, quale altro Paese europeo è più interessato?". "Confartigianato – conclude Figoli – continuerà a battersi affinché l'Europa riconosca e approvi l'obbligo di indicare il marchio 'made in' sui prodotti al fine di garantirne la piena tracciabilità, come già avviene nei principali Paesi aderenti al WTO (ad es. USA, Giappone, Canada e Corea). Ne va della difesa del patrimonio manifatturiero dell'artigianato e dell'impresa diffusa, del diritto dei consumatori a una corretta informazione sull'origine dei beni acquistati, della lotta al grave fenomeno della contraffazione".