Nei prossimi mesi di novembre e di dicembre le imprese e le famiglie italiane saranno chiamate a versare oltre 91 miliardi di euro di imposte. Facendo un rapido calcolo tra il versamento delle ritenute Irpef dei dipendenti e dei collaboratori familiari, le ritenute in capo ai lavoratori autonomi, l'Iva, gli acconti Irpef, Ires e Irap, il versamento dell'ultima rata dell'Imu e della Tasi, le aziende dovranno onorare 25 scadenze fiscali: in linea teorica una ogni 2 giorni.
"Una costante pioggia di scadenze –
spiega il Presidente di Confartigianato, Alfredo Toti – che metterà in seria difficoltà moltissime piccole imprese a causa della cronica mancanza di liquidità. Un periodo, quello di fine d'anno, da sempre molto delicato per le aziende: oltre all'impegno con il fisco devono corrispondere anche le tredicesime ai propri dipendenti. E con l'aggraversi della crisi, questo impegno economico costituirà un vero e proprio salasso". In questi giorni anche i sindacati dei lavoratori hanno fatto il punto sulla tassazione nei comuni della Provincia ma il problema dell'imposizione fiscale e delle tasse locali è molto più ampio e vanta una bibliografia che va da Sturzo a Einaudi. Ma quante sono le tasse che gravano sugli italiani? Tra addizionali, bolli, canoni, cedolare, concessioni, contributi, diritti, imposte, maggiorazioni, ritenute, sovraimposte, tasse e tributi, gli uffici studi ne hanno contate un centinaio. Tra le imposte più curiose troviamo: l'addizionale regionale all'accisa sul gas naturale (in buona sostanza una tassa sulla tassa), l'imposta provinciale di trascrizione (che continuiamo a pagare alle Province quando acquistiamo un'auto nuova), l'imposta sulle riserve matematiche (tassa in capo alle società di assicurazione) e le sovraimposte di confine sui gas, gli spiriti, i fiammiferi, i sacchetti di plastica non biodegradabili, la birra e gli oli minerali. Di fatto sono delle imposte doganali che le aziende importatrici/esportatrici di questi prodotti versano al fisco italiano. "Una vera giungla che ricorda il celebre film con Benigni e Troisi "Non ci resta che piangere" – commenta Toti – e la famosa battuta sul 'fiorino' che potrebbe farci sorridere se non fossero imprese e famiglie a pagarne costi e gabelle". Nonostante siano tantissime e molte di loro siano sconosciute ai più, il gettito, invece, si concentra su pochissime voci. Le prime 10 imposte – Irpef, Iva, Ires, Irap, imposta sugli oli minerali, Imu, imposta sui tabacchi, addizionale Irpef regionale, ritenute sugli interessi e altri redditi da capitale e l'imposta sul lotto – hanno garantito nel 2013 oltre l'83 per cento del gettito tributario. Per l'anno in corso tra imposte e tributi lo Stato e le Autonomie locali incasseranno 487,5 miliardi di euro. Se aggiungiamo anche i contributi sociali, pari a poco più di 216 miliardi, nel 2014 il gettito fiscale complessivo sfiorerà i 704 miliardi di euro. Una cifra da capogiro, sulla quale tutti dovrebbero riflettere, prima che sia troppo tardi.