I sindaci del circondario, investiti dalla richiesta, nella migliore delle ipotesi si sono riservati di elargire un'elemosina sulle imposte comunali a titolo di compensazione. Permettetemi, ma non sono d'accordo: se piove o tira vento fa parte del nostro rischio d'impresa e trovo inutile elevare suppliche e mendicare sconticini. Meglio sarebbe se chiedessimo una rivisitazione, in futuro, dei meccanismi di calcolo delle inique imposte comunali o dei parametri degli studi fiscali di settore per l'accertamento del reddito, dato che si basano su dati vetusti e soggettivi, ma soprattutto non tengono conto del fattore meteorologico per determinare gli introiti. Bene sarebbe anche regalare un'identità a un settore che rappresenta un vanto del comparto turistico europeo e occupa decine di migliaia di addetti. E proprio dagli scranni europei, si levano incomprensibili e ingiustificate voci che non tengono conto della peculiarità delle nostre coste e vorrebbero gettare alle ortiche decenni di lavoro delle nostre imprese. È stata un'estate difficile e nessun ipotetico prolungamento di stagione potrà compensare quanto perduto. Mi piacerebbe se, nell'interesse comune delle nostre categorie e dei tanti utenti delle nostre spiagge, non limitassimo i nostri orizzonti a miopi palliativi, ma ricercassimo certezza, riconoscimenti e identità per il nostro lavoro: quelle sono le uniche variabili capaci di far crescere le nostre aziende a dispetto dei mugugni e di un'estate da dimenticare.