La Cia ritiene che la ridefinizione delle funzioni del sistema camerale debba salvaguardare alcune attività fondamentali per le PMI ed in particolare per quelle agricole, come i servizi di regolazione del mercato (ivi compreso la gestione del REA), l'accesso al credito, lo start up delle imprese, la promozione dei sistemi di imprese e dei territori, servizi per l'innovazione. Per queste ragioni – dichiarano alla CIA – pare irrealizzabile la riduzione del 50% dei "diritti camerali" dal 2015, scelta che metterebbe in discussione importanti attività a supporto delle imprese. Fra tutti citiamo il sistema dei Consorzi di garanzia, pilastro fondamentale per rafforzare le opportunità di accesso al credito per le aziende. La riduzione dei Diritti deve accompagnare la riorganizzazione e non esserne la causa. "Esprimiamo anche forte perplessità sull'ipotesi di riordino territoriale delle Camere e la possibile regionalizzazione – evidenzia il Presidente Alberto – . Un processo che può risultare interessante sul piano "amministrativo" ma che rischia di marginalizzare le aree interne e rurali a grave danno del sistema agricolo e del tessuto economico-sociale complessivo, fatto per noi inaccettabile. Crediamo che ampio margine di riordino possa essere realizzato nell' ambito delle "aziende speciali" e soprattutto auspichiamo che la fase di discussione sappia evidenziare e salvaguardare, in un progetto complessivo di modernizzazione, le tante opportunità che il sistema Camerale può sviluppare a favore del sistema agricolo ed in generale, delle piccole e medie imprese.