«Sono circa quattro anni che il settore edile chiede, a più riprese, che sia definita una normativa nazionale che disciplini l'accesso alla professione. Riteniamo pertanto che l'impegno assunto dalla Regione sia un passo fondamentale sulla strada della necessaria regolamentazione di un comparto fondamentale per l'economia regionale e nazionale, oggi in profonda crisi». Questo il commento dello spezzino Paolo Figoli, presidente regionale Costruzioni di Confartigianato Liguria, in merito all'approvazione dell'ordine del giorno presentato, tra gli altri, da Matteo Rosso, Raffaella Della Bianca, Gino Garibaldi, Sergio Scibilia e Nino Miceli, con il parere positivo dell'assessore Pippo Rossetti per conto della Giunta, e approvato all'unanimità dal consiglio regionale. Il 2013 è stato un anno critico per l'edilizia che ha accusato, in Italia, un calo occupazione del 7,1%. In Liguria, tra il 2012 e il 2013, il 5,3% delle imprese edili ha cessato la propria attività con conseguente perdita di ben 1900 posti di lavoro nel solo 2013.
Pubblicato il: 28-01-2014
Durante la scorsa legislatura era stato approvato dalla Camera dei Deputati un disegno di legge sulla regolamentazione dell'attività di costruttore edile, che non è stato mai preso in esame da parte del Senato. A distanza di due anni, nell'attuale legislatura, è stata presentata alla Camera dei Deputati una proposta di legge contenente "norme per la disciplina dell'accesso all'attività imprenditoriale nel settore dell'edilizia", che al momento risulta assegnata alla VII Commissione Ambiente, Territorio e Lavori Pubblici.
«A circa un anno di distanza – commenta Figoli – non è stato ancora iniziato l'esame del provvedimento e neppure sono partite le consultazioni con le associazioni nazionali del settore». Il comparto edile, che solo in Liguria conta 27mila imprese per il 75% di natura artigiana, è l'unico settore per il cui accesso non è previsto alcun tipo di requisito minimo obbligatorio. «La conseguenza diretta – spiega Figoli – è che a oggi chiunque può improvvisarsi imprenditore edile senza dare garanzie sulla qualità dell'offerta alle famiglie e alle pubbliche amministrazioni. Una carenza questa che riteniamo debba essere sanata con urgenza visti la peculiarità del settore, gli oneri a carico dell'imprenditore, la pericolosità degli ambienti di lavoro, l'importanza della sicurezza e della qualità delle opere eseguite, tutti elementi questi che richiedono una definizione più precisa dei requisiti necessari per accedere alla professione di imprenditore edile». Non solo. La situazione attuale lascia margini all'abusivismo, alla diffusione del lavoro nero, con grave danno alle imprese regolari che lavorano secondo standard di qualità e sicurezza. «Introducendo l'obbligatorietà di dimostrare il possesso di requisiti di idoneità professionale e finanziaria nonché adeguate attrezzature tecniche e coerente capacità organizzativa – dice Figoli - si interverrebbe positivamente sulla crescita delle imprese responsabili e sostenibili contrastando nei fatti le realtà abusive e fuori legge. Negli ultimi anni in Liguria si è assistito anche all'inesorabile frammentazione del settore delle costruzioni con, tra l'altro, il dilagare delle partite Iva: molto spesso sono soggetti che, sfruttando le lacune normative attualmente esistenti, s'improvvisano imprenditori abbassando così la qualità del comparto e contribuendo ad alimentare anche fenomeni di concorrenza sleale. Per questo riteniamo che l'approvazione dell'ordine del giorno da parte del consiglio regionale rappresenti un primo doveroso passo a favore delle migliaia di realtà imprenditoriali virtuose e dimostri grande sensibilità verso un comparto fondamentale per l'economia di tutta la regione».
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