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Turismo, Buticchi: "Un'altra stagione da archiviare tra poche luci e molte ombre"

Con un colpo di reni, impensabile a maggio, la stagione si è raddrizzata riuscendo a traguardare risultati, non dico positivi, ma almeno tali da limitare le perdite.

E questi ultimi scampoli di bel tempo, seppur poco possano per rimpinguare le casse, almeno riescono ad accendere la speranza sul volto degli operatori e un sorriso su quello degli utenti. Per chi, come le imprese turistiche della nostra provincia, opera nella stagione estiva, si prospetta un inverno non facile nel quale saremo portati a maturare scelte radicali per le nostre attività.
Contrariamente a ciò che alcuni pensano, gli imprenditori turistici godono, è vero, di una stagione che abbraccia al massimo sette o otto mesi, ma non risponde a verità che se ne stiano in panciolle a contare dobloni nel corso dei mesi invernali. Quando mi vengono mosse simili accuse, io rispondo che anche l'indimenticabile Pietro Mennea correva per soli 10 secondi, ma si sottoponeva a allenamenti massacranti per dodici mesi all'anno. L'inverno, a differenza della bella stagione in cui la mole di lavoro si fa sempre più estenuante, rappresenta "l'allenamento" dell'azienda, la pianificazione per la stagione che verrà, il periodo corretto per maturare strategie e effettuare migliorie e modifiche alle nostre strutture e, perché no, godere anche di un giusto momento di riposo dopo i ritmi incessanti appena sostenuti.
Il momento non è facile per nessuno. Ancor più difficile appare per alcune categorie, impegnate da anni in invincibili battaglie contro i giganti della grande distribuzione, indicate come quelle capaci di affossare il Paese con un'evasione da capogiro, tacciate di furto con destrezza per il costo (con i prezzi esposti e noti) di un caffè servito in alcuni tra gli angoli più esclusivi del Pianeta, costrette a convivere con restrizioni e balzelli che non vengono però applicati ai diretti concorrenti (si pensi solo ai ristoratori e alle false sagre paesane). Insomma, alla crisi globale si vanno ad aggiungere una serie di problematiche che sembrano create ad hoc per incomprensibili scelte politiche.
Molti di noi salutarono l'era "globalizzata" come una meravigliosa porta su un futuro migliore. Pochi immaginavano che saremmo stati costretti a soggiacere alla forza del dio denaro e a chinare il capo dinanzi a potentati più o meno manifesti. Fateci caso: un'economia falsata dalle bolle speculative ha messo in ginocchio il "commercio al dettaglio". Le conseguenze della facilità con cui è stato concesso il credito ai grandi gruppi, le stanno pagando oggi le tasche (vuote) di ogni cittadino. E a farla franca, passando sopra a centri storici con le serrande dei negozi abbassate per sempre, saranno i soliti colossi multinazionali capaci di indirizzare politica e governi.
Lungi da noi mugugnare per la ricerca di compatimento. Lo scopo è quello di mettere in guardia chiunque abbia voglia di ascoltarci su comportamenti singolari per non dire sospetti.
Recente è la manifesta volontà del governo di ricercare "all'estero nuovi investitori che si prendano in carico i litorali italiani strappati finalmente ai privilegiati che li detengono" in forza a contratti sottoscritti con lo Stato italiano. Ricordo appena che i "privilegiati" assommano a quasi quarantamila famiglie di cittadini italiani che si sono inventate un turismo di cui la Nazione oggi va fiera. Non capiamo chi ne trarrà giovamento quando i concessionari finiranno sulla strada e pochi oligarchi russi (o stranieri in genere) si spartiranno le italiche spiagge per poi riportarsi nelle rispettive patrie eventuali utili maturati. Quali oscuri interessi cela questa stolta dichiarazione?
La nostra impressione, sulla quale vi preghiamo di vigilare, è che un'altra fetta (consistente) della nostra Nazione stia per essere sacrificata per fini che ci sfuggono o che sembrano sin troppo semplici nella loro misera drammaticità.
Il salumiere che c'era una volta sotto casa, dispensava, assieme all'assaggio di formaggio prelibato, una serie di sorrisi e di preziosi consigli. Questa coda autunnale d'estate attenua i pensieri cupi e infonde speranza. Ci auguriamo riesca a instillare anche un briciolo di rispetto in chi sta consegnando l'Italia nelle mani di pochi potenti, infischiandosene del futuro di tanti cittadini perché non sufficientemente rappresentativi alla corte del Dio denaro.

 

Marco Buticchi
Presidente provinciale FIPE Confcommercio

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