"Riteniamo paradossale il dibattito che si è sviluppato nelle ultime settimane sul possibile, anzi da alcuni quasi auspicato, divorzio tra il porto della Spezia e quello di Marina di Carrara al momento uniti nella stessa Autorità di sistema portuale del Mar Ligure Orientale - Spiega la referente sindacale di Cna Fita, Giuliana Vatteroni - La discussione è purtroppo lo specchio di un Paese che anziché procedere, facendo tesoro del vantaggio dei percorsi intrapresi, preferisce dissentire e proporre soluzioni il cui unico risultato, sia nell'immediato che nel medio periodo, è di bloccarsi in discussioni sterili anziché costruire e rafforzare gli obiettivi ottenuti".
"Questa volta lo si fa in nome della bandiera regionale dimenticando che l'unione dei due porti – prosegue la referente sindacale di Cna Fita la Spezia - tra cui corrono solo poco più di una ventina di chilometri di distanza, nasce nel 2016 in un quadro di riorganizzazione complessiva degli scali italiani, fino ad allora classificati come regionali o nazionali a seconda delle dimensioni, senza alcuna considerazione di altri fattori fondamentali per lo sviluppo dei porti stessi e del contesto in cui si inserivano.
L'Autorità di Sistema Mar Ligure Orientale nasce dalla presa di coscienza che lo sviluppo territoriale si rafforzi ragionando come Area vasta, oltre i confini regionali, con particolare e dovuta attenzione alle caratteristiche storiche, culturali, socioeconomiche e soprattutto infrastrutturali del territorio ligure apuano. Grazie alla vicinanza dei due scali è stato possibile diversificarne i traffici, riorganizzandoli a seconda delle caratteristiche proprie dell'uno o dell'altro. Comuni sono alcune battaglie che durano da decenni, come quella del raddoppio e completamento della Pontremolese".
"I progetti introdotti muovono e muoveranno risorse importantissime e cospicue e i risultati fin qui ottenuti parlano da soli: ci sono certo ancora molte cose da fare, ma siamo sicuri che tornare indietro non sia la scelta giusta", conclude Vatteroni.