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In 10 anni nella provincia spezzina sono spariti 374 negozi In evidenza

Sono invece aumentate le attività di alloggio e ristorazione.

Tra il 2012 e il 2023, in Italia, sono spariti oltre 111mila negozi al dettaglio e 24mila attività di commercio ambulante; in crescita le attività di alloggio e ristorazione (+9.800).

Nello stesso periodo, nel commercio, negli alberghi e nei pubblici esercizi si riducono le imprese italiane (-8,4%) e aumentano quelle straniere (+30,1%). E metà della nuova occupazione straniera nell'intera economia (+242mila occupati) è proprio in questi settori (+120mila).

Cambia anche il tessuto commerciale all'interno dei centri storici con sempre meno attività tradizionali (carburanti -40,7%, libri e giocattoli -35,8%, mobili e ferramenta -33,9%, abbigliamento -25,5%) e sempre più servizi e tecnologia (farmacie +12,4%, computer e telefonia +11,8%), attività di alloggio (+42%) e ristorazione (+2,3%).

I dati, frutto dell'analisi "Demografia d'impresa nelle città italiane", realizzata dall'Ufficio Studi di Confcommercio in collaborazione con il Centro Studi Guglielmo Tagliacarne, sono in linea con quelli della Provincia spezzina, dove dal 2012 a giugno del 2023 ci sono 374 negozi e attività di commercio ambulante in meno. Solamente nei centri storici ci sono 137 attività in meno. In controtendenza i dati relativi ai pubblici esercizi, in aumento specialmente nei centri storici dove si contano 45 nuovi bar e ristoranti solo nelle vie cittadine, mentre sono diminuiti nelle zone periferiche.

"In poco più di dieci anni ha chiuso un negozio commerciale su cinque. il trend a livello locale è confermato e sta anche accelerando – ha commentato il presidente della Confcommercio Vittorio Graziani - Questi numeri non solo ci destano preoccupazione ma sono anche all'inizio della lista delle nostre priorità. Nella Provincia della Spezia, e in modo particolare nei centri storici, è invece cresciuto il numero dei pubblici esercizi. Voglio leggere questo ultimo trend in chiave positiva – ha proseguito ancora Vittorio – perché la nascita di queste attività contribuisce alla riduzione dei fondi sfitti e garantisce la luce nelle nostre vie, offrendo comunque un'alternanza anche se non è prettamente quella a cui tutti aspiravamo. Le cause della desertificazione commerciale non sono certamente locali. Si tratta di fenomeni difficilmente governabili a livello territoriale, che derivano invece da cambiamenti epocali che riguardano l'Italia e non solo. Il ruolo delle associazioni, al fianco del piccolo commercio, è ovviamente fondamentale – prosegue ancora Graziani -. La nostra associazione ha il compito di offrire alle imprese un supporto sindacale, tecnico, economico e culturale. Fondamentale, altresì, il supporto degli Enti locali, con cui l'associazione dialoga in rappresentanza e a tutela delle imprese. Non dobbiamo lasciar solo il singolo imprenditore, perché da soli non si può combattere, mentre uniti, specialmente se insieme ad altri organismi forti, si può vincere", ha concluso Vittorio Graziani.
 

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