«Il dato che emerge – commentano il direttore di Confartigianato, Giuseppe Menchelli e il Presidente dei Giovani Imprenditori di Confartigianato Liguria, lo spezzino Matteo Petta – è un dato che va adeguatamente analizzato, da un lato fa emergere un problema di disoccupazione elevata che costringe molti giovani, talvolta anche inadeguatamente a provare a mettersi in proprio, dall'altro ci può far ben sperare e rafforza il nostro impegno nei confronti dei giovani per aiutarli con corsi di formazione che li qualifichino e li mettano in grado di approcciare una professione, con assistenza fiscale specifica e con un servizio di assistenza bancaria attraverso lo strumento dei consorzi fidi per agevolarli nei primi investimenti». I dati contano al 30 giugno scorso poco più di 380 mila capitani d'azienda al di sotto dei trent'anni, 17mila in meno rispetto allo stesso periodo del 2012 (-4,2%). Un trend molto più accentuato di quello generale delle imprese. Nel complesso le nuove generazioni detengono meno del 5% delle cariche imprenditoriali. Per quanto concernono le vesti giuridiche in cui i giovani sono al vertice, emerge che nell'ultimo anno le società di capitali sono rimaste stabili, innanzitutto grazie alle nuove formule introdotte nel giugno 2012 - Srl semplificata -. Cali marcati per Sas (-5,9%), Snc (-8,7%) e imprese individuali (-4%). A livello settoriale soffre la crisi il manifatturiero, che dal 2008 ha perso il 45,2% di under 30 al timone, seguito da edilizia (-31,6%) e agricoltura (-17%). Scorporando il dato spezzino in controtendenza, in Italia ci sono 3 giovani imprenditori under 30 su dieci all'opera tra commercio e riparazioni, che insieme alle costruzioni (16,6%) e alle attività di alloggio e ristorazione (12%) annoverano oltre la metà delle cariche giovanili. «I giovani credono molto nel turismo e nella ristorazione – conclude Menchelli – i dati positivi, che riguardano trasversalmente il nostro territorio in particolare e tutto il resto dello stivale vedono una crescita nella ristorazione e accoglienza (14%), stimolati dalla globalizzazione, dai viaggi studio Erasmus, dai voli low cost e dai social network i ragazzi hanno compreso che le bellezze del territorio non sono delocalizzabili e che il tempo libero e la passione per i viaggi sono oramai un'abitudine condivisa a tutte le latitudini».