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Grande successo per le "Emozioni di Liguria" a Vinitaly, con la produzione spezzina capofila In evidenza

Ottime prospettive per il 2022. I produttori chiedono di dare maggiore valore ai loro vini d'eccellenza e più spazi per i vitigni.

La 54esima edizione di Vinitaly si chiude con numeri da record e anche i produttori liguri hanno partecipato con entusiasmo, portando a casa buoni affari grazie alla presenza di 700 buyer professionali da 50 Paesi del mondo, tra cui USA e Canada, attualmente le principale aree di interesse per l’export italiano.

“Il ritorno in presenza dopo due anni di stop – spiega il vice presidente della Regione Liguria con delega all’Agricoltura, Alessandro Piana – ha vista la Liguria, a Vinitaly 2022, con uno stand di oltre 200 metri quadrati, un importante bancone di mescita, gli incontri b2b, gli eventi e una nuova comunicazione su tutte le eccellenze liguri. Tra le carte vincenti la forte identità dei nostri vini, frutto di coltivazioni eroiche e della sapienza dei produttori, oltre ai prodotti sostenibili. Secondo i dati dell’Osservatorio Vinitaly-Nomisma Wine Monitor proprio i vini biologici o green e i vitigni autoctoni sono ai primi posti tra quelli ad alto potenziale di crescita nei prossimi anni: rispettivamente con il 27% e con il 22% delle preferenze di scelta dei consumatori. A riprova, la crescita dell’export dei vini liguri del 26,7% nel 2021 sul 2020 a fronte di una media nazionale del 12,4%”.

Su 183 aziende liguri, oltre 70 sono del Levante. D'altronde, come ha spiegato Giorgio Baccigalupi, direttore del Consorzio per la tutela dei vini Dop e Igp Colli di Luni, Cinque Terre, Colline di Levanto e Liguria di Levante: “La maggior parte delle aziende vitivinicole liguri sono presenti nel territorio delle Provincia della Spezia: il Consorzio rappresenta 70 aziende che coltivano 310 ettari di vigneti e producono due milioni e mezzo di bottiglie. Una fetta che rappresenta oltre la metà del vino Ligure. Un settore che muove, direttamente e indirettamente, circa 500 addetti e molti sono giovani. Le nostre aziende sono tutte in fase espansiva, con una gran voglia di crescere e di piantare nuovi vigneti, anche perché, per fortuna per il vino ligure, è la domanda a crescere. Tant’è che quest’anno corriamo il rischio di arrivare alla fine dell’estate senza più vino in cantina. Per il Consorzio l’obiettivo non trascurabile è la necessità di dare maggiore valore del prodotto. Altre Regioni, simili alla Liguria, penso per esempio alla Valle d’Aosta, hanno un valore medio del vino che arriva sul mercato molto superiore a quello ligure. Siccome coltivare in Liguria è veramente oneroso, perché si coltiva su terreni impervi e non è possibile utilizzare mezzi meccanici e perché c’è un impegno di ore di lavoro molto più alto rispetto ad altre realtà, è giusto, anzi è fondamentale dare a questo lavoro un valore che deve tradursi in una valore del vino. Un passaggio fondamentale per le nostre aziende che vogliono avere continuità e crescita.”

Su questo punto insiste anche Andrea Marcesini presidente del Consorzio. “L’assessore all’Agricoltura Piana, proprio qui a Vinitaly 2022, ci ha ricordato che c’è stato un aumento del 20% della produzione di vino, ma secondo noi, nonostante il dinamismo dei nostri viticoltori, manca lo possibilità di espandere questa produzione. Quello che proponiamo è di lavorare insieme affinché le aziende virtuose possano crescere in termine di superfici coltivate e quindi di far crescere il comparto. Mi fa piacere che la Regione stia spingendo sempre di più la viticoltura sostenibile che, per quel che riguarda la nostra Regione, nasce e si sta sviluppando proprio nel Levante. Questo ci fa onere perché molte delle nostre aziende, compresa la mia, hanno creduto in questa strada che è il futuro, come ci dicono anche i dati mostrati qui a VeronaFiere. Vinitaly 2022 può essere visto come una ripartenza. Ma per noi, più che altro c’è bisogno di fare il punto per una nuova stagione tenendo presente tutto quello che sta accadendo. E’ giusto l’associazionismo, è giusto metterci insieme proprio per affrontare le criticità e le incertezze che arriveranno; per questo spero che in tutta la Liguria, seguendo il nostro esempio, nascano consorzi che tutelino i vini del territorio. Questo perché le aziende liguri, proprio per le dimensioni che hanno, farebbero molta fatica da sole a superare questo periodo”.

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