In pochi mesi si è annullato quel poco margine che alcuni settori produttivi stavano faticosamente realizzando, ora siamo a bilanci in rosso. Crescita esponenziale dei prezzi di energia, fertilizzanti, imballaggi, bottiglie e alimenti per gli animali portano i costi di produzione a livelli ormai di assoluta insostenibilità.
Ci sono produzioni tipiche ed importanti, realizzate fino a ieri in serra, che vengono posticipate e sostituite con colture di minor pregio, ma che non necessitano di riscaldamento; gli allevatori stanno riducendo le razioni alimentari agli animali per fronteggiare i costi dei mangimi che in un anno sono cresciuti dell’80%.
A questi costi diretti occorre aggiungere quelli indiretti. Stanno diventando problematici i trasporti, per costi e modalità di servizio visto che i mezzi non partono se non hanno il carico al 100% , rendendo più complessa l’organizzazione logistica; le tariffe sono quasi raddoppiate e come non bastasse, una rete autostradale regionale che ogni giorno produce chilometri di code, una gestione vergognosa, i cui costi ricadono sugli utenti anziché sulla proprietà delle Autostrade.
Il tutto in un quadro incerto, reso ancor peggiore dalla drammatica situazione del conflitto tra Russia ed Ucraina, che si innesta su una situazione ancora incerta sul fronte Covid.
L’agricoltura non riesce a ribaltare l’incremento dei costi di produzione sui prezzi di vendita. Un esempio? Il prezzo alla stalla del latte è lo stesso di un anno fa con costi cresciuti a dismisura che fanno sì che per ogni litro di latte l’allevatore riceva 39/41 centesimi a fronte di un costo di produzione accertato di 45 centesimi. Una situazione che ritroviamo in quasi tutti i prodotti agricoli freschi.
La situazione è insostenibile e va affrontata con tempestività, attraverso un sistema coordinato di interventi sia sul fronte del raffreddamento dei prezzi delle materie prime e dell’energia, sia rimodulando su tutta la filiera, fino al consumatore finale, una redistribuzione equa dei maggiori oneri, tale da consentire la sopravvivenza di settori produttivi strategici per la nostra economia.
Aldo Alberto,
presidente di Cia Liguria