La prospettiva di un Natale più prudente, con diverse regioni in zona gialla e molti italiani che si preparano a pranzi e cenoni in casa, fa aumentare la spesa dei prodotti alimentari che sale a 113 euro a famiglia. Ma l’agroalimentare italiano fa segnare una crescita del 12,1% anche grazie all’aumento della domanda estera, con il record storico per il Made in Italy sulle tavole di Natale e Capodanno di tutto il mondo. Tra i prodotti più amati all’estero si registrano lo spumante (+29%) e i panettoni (+25%), ma anche vini, grappa e liquori, fino ad arrivare a formaggi (+12%) e salumi (+12%). Risultati eccezionali, inoltre, per il caviale tricolore che solo per il periodo di Natale raggiunge i 4,4 miliardi di euro, in aumento dell’11%, e fa registrare un boom sui mercati internazionali con un +146%.
L’agroalimentare è la prima filiera estesa dell’Italia, con un fatturato di 575 miliardi di euro, e con regali enogastronomici, pranzi e cenoni si conferma la voce più pesante del budget che le famiglie italiane destinano alle feste di fine anno. Una consolazione anche per chi ha dovuto rinunciare alle vacanze programmate, soprattutto all’estero, dal momento che l’avanzare dei contagi e i limiti alle frontiere decisi da molti Paesi ha rovinato le ferie di almeno 2,1 milioni di italiani che prima della pandemia avevano varcato i confini nazionali per le festività di Natale e Capodanno.
“Quest’anno, data la situazione relativa al Covid, molte famiglie passeranno le festività a casa, probabilmente solo con parenti e amici stretti, per cui il cibo, che è sempre stato un punto cardine delle nostre tradizioni natalizie, rappresenta un importante momento di raccolta e di evasione dalla situazione che stiamo vivendo -affermano Gianluca Boeri, Presidente Coldiretti Liguria, e Bruno Rivarossa Delegato Confederale- L’agroalimentare è la prima filiera estesa dell’Italia e, ora più che mai, è essenziale sostenere il Made in Italy portando in tavola prodotti di qualità: in Liguria non mancheranno sicuramente pietanze a base di pesto, cima alla genovese, croxetti impastati a mano come da tradizione, e pandolce genovese, fino ad arrivare al cappon magro capace di unire i prodotti della terra con quelli del mar ligure; per non parlare dei vini che accompagneranno le nostre festività, con una scelta tra 8 DOC e 4 IGT liguri. Ma i risultati positivi ottenuti sul piano industriale devono trasferirsi anche alle imprese agricole con un’adeguata remunerazione dei prodotti che, in molti casi, si trovano tuttora al di sotto dei costi di produzione, spesso “strozzate” anche dalle offerte sottocosto”.