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Vino e carne, Coldiretti: "Misure assurde dell'Unione Euopea"

A preoccupare sono soprattutto le conseguenze sulle esportazioni.

 

 

L’accostamento dell’Europarlamento tra abuso di superalcolici tipico dei Paesi nordici e il consumo moderato e consapevole di prodotti di qualità e a più bassa gradazione come la birra e il vino mettono a rischio il Made in Italy: nel 2021 il vino italiano ha conquistato la leadership in Europa per produzione ed esportazioni con un fatturato record di 12 miliardi. La relazione porterebbe non solo ad aumenti delle tasse, ma anche all’introduzione di messaggi allarmanti per la salute sulle etichette delle bevande alcoliche come per i pacchetti di sigarette, con conseguente scoraggiamento del consumo da parte di 1 italiano su 4 (23%) che smetterebbe di bere o ne consumerebbe di meno.

Una scelta incoerente con il sostegno accordato dal provvedimento alla Dieta Mediterranea, considerata un modello alimentare sano e benefico per la prevenzione di molte malattie, tra cui il cancro, ma che si fonda anche sul consumo regolare di un bicchiere di vino ai pasti. A preoccupare sono gli effetti sulle esportazioni, che superano i consumi interni, per un valore destinato, secondo le stime, a sfondare per la prima volta quota 7 miliardi di euro. In Liguria ne soffrirebbero soprattutto 8 DOC (DOC 5Terre, DOC Rossese di Dolceacqua, DOC Riviera Ligure di Ponente, DOC Golfo del Tigullio – Portofino, DOC Val Polcevera, DOC Colline di Levanto, DOC Colline di Luni e DOC Ormeasco di Pornassio) e i 4 IGT (Colline del Genovesato, Liguria di Levante, Colline Savonesi, Terrazze dell’imperiese).

Ad essere colpite dalla relazione sono anche le carni, già sfavorite dal finanziamento dell’Unione europea alle aziende olandesi Nutreco e Mosa Meat per la “carne Frankenstein” dietro cui si nascondono interessi economici e speculazioni internazionali dirette a sconvolgere il sistema agroalimentare mondiale. Si rischia di sostenere un’abile operazione di marketing che, a differenza di quanto si voglia far credere, non salva nè gli animali nè l’ambiente, non presenta garanzie per la salute e non è accessibile a tutti.

Il giusto impegno dell’Unione Europea per tutelare la salute dei cittadini, non può tradursi in decisioni semplicistiche che rischiano di criminalizzare ingiustamente singoli prodotti indipendentemente dalle quantità consumate. L’equilibrio nutrizionale va infatti ricercato tra i diversi cibi consumati nella dieta giornaliera e non certo condannando lo specifico prodotto. Queste misure mettono a rischio stili alimentari naturali, fondati sulla qualità e la tradizione, andando a colpire attività che in Italia non hanno solo una funzione alimentare ma anche una rilevanza sociale, culturale e ambientale.


Gianluca Boeri, Presidente Coldiretti Liguria
Bruno Rivarossa, Delegato Confederale

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