"Il destino di Oto Melara non può prescindere dal territorio spezzino. In un mondo dove i governi si battono per salvaguardare le proprie aziende, evitando che multinazionali straniere possano fare incetta di capacità industriale strategica, in Italia, invece, assistiamo ad intenti errati e davvero poco edificanti grazie a manager intenzionati a vendere un'azienda, ad esempio, che rappresenta storia e futuro dei sistemi di difesa del nostro Paese".
Cgil Cisl e Uil condividono le preoccupazioni delle lavoratrici e dei lavoratori di Leonardo Sistemi di Difesa (ex Oto Melara) "consapevoli che, oggi e sempre, dovranno contrastare la cessione di Oto Melara con ogni strumento a disposizione".
"Dobbiamo assolutamente vietare che Oto Melara venga ceduta all'estero o che venga utilizzata per fare cassa attraverso uno spacchettamento dei settori produttivi che devono, invece, rimanere integri e ben presenti sul nostro territorio – spiegano i segretari generale di Cgil, Cisl e Uil La Spezia Lara Ghiglione, Antonio Carro e Mario Ghini - Tra l'altro, la scelta di Leonardo appare ancora più incomprensibile a fronte del fatto che sarà Fincantieri ad acquisirne il controllo per costituire un importante polo industriale della difesa legato al navale".
In questo contesto, grazie alla presenza della base navale e dell'Arsenale Militare alla Spezia, Cgil, Cisl e Uil avevano chiesto un incontro al ministro della Difesa Lorenzo Guerini, proprio per comprendere quale fosse l'intenzione del governo rispetto a un comparto vitale per la città della Spezia e per la provincia.
"Crediamo che su questo tema le istituzioni dovrebbero essere al fianco delle lavoratrici e dei lavoratori di Leonardo – concludono i segretari territoriali di Cgil, Cisl e Uil - In gioco non c'è solo il loro futuro ma anche quello di una città, di una provincia e di una regione che non possono permettersi di perdere ancora fette di economia e occasioni di sviluppo".