Seafuture è un marchio della CCIAA, dal 2009 rilasciato in comodato a Italian Blue Growth srl. Era possibile prevedere lo sviluppo e il successo che sta riscuotendo la manifestazione, diventata oramai un appuntamento atteso dagli operatori del settore?
Non è un caso che Seafuture sia stata concepita alla Spezia, città legata alla Marina ed al mare in modo indissolubile. Che questa edizione potesse avere il successo che ha avuto si poteva prevedere solo conoscendo l’impegno, la tenacia e le capacità degli organizzatori. Mi faccia citare Cristiana Pagni e la funzionaria del sistema camerale Laura Parducci.
Qual è l'apporto della CCIAA che ha dato negli anni per la crescita della manifestazione?
Seafuture nasce dalla Camera di Commercio, inizialmente come attività diretta. Ad un certo punto si è compreso che era necessario che fossero altri a sviluppare l’iniziativa, con una società di scopo. Ma la Camera di Commercio ha continuato ad accompagnare gli eventi, soprattutto quelli legati a costruire e sviluppare reti nazionali ed europee tra territori. Significativa in questa edizione la partecipazione della Camera di Commercio di Messina così come il protocollo d’Intesa che abbiamo firmato con la Camera di Commercio di Tolone.
Seafuture è nata per rinnovare la flotte della Marina Militare ma anche per occasioni di incontri e scambi per le imprese che si occupano di refitting. Si possono fare degli esempi o anche avere un'idea sulla ricaduta economica e occupazionale portati da Seafuture sul nostro territorio?
La domanda mi permette di ricordare come Seafuture non sia una fiera del militare, bensì un momento di incontro e di scambio commerciale tra operatori della Blue Economy, quindi dell’economia del mare. Anche della nautica. La ricaduta è evidente da quanto elaborato dal nostro Ufficio studi su dati Istat, che certificano come Spezia sia la provincia italiana a più alta percentuale di importanza dell’economia del mare in Italia. Numero delle imprese, fatturato, quindi PIL, occupazione.
La partecipazione a Seafuture, delle imprese della nostra provincia è stata massiva; vuol dire che per il nostro territorio la blue economy è una delle chiavi di sviluppo per i prossimi anni o si può parlare di una "scommessa" già parzialmente vinta?
Come Camera di Commercio abbiamo avuto in questi giorni due significativi incontri, con il Presidente dell’Autorità di Sistema Portuale Dott. Sommariva, il Sindaco Peracchini ed il Prefetto Inversini e con esponenti di primo piano del Governo, i Sottosegretari alla Difesa Pucciarelli e Mulè. Che l’economia del mare sia il presente ed il futuro del territorio fa parte di una riflessione che vede accomunati il mondo dell’economia, che noi rappresentiamo, e le Istituzioni nazionali, regionali e locali.
Sappiamo però che ci sono spazi per una ulteriore crescita. Sul fronte della realizzazione del Piano Regolatore Portuale la rinnovata intesa tra LSCT, Autorità Portuale e Comune è un elemento di grande positività. Stiamo lavorando attivamente perché anche nella relazione tra economia della città e Marina Militare si possano realizzare uguali successi.
Seafuture è un marchio invidiato e richiesto da altre città: possiamo affermare che la manifestazione è spezzina e tale rimarrà per sempre?
Ormai si potrebbe ribattezzare Italian Seafuture, perché è manifestazione nazionale. Inserita nel calendario delle fiere europee. Ma voglio rispondere alla domanda. Penso di sì. Molto dipenderà dalla capacità di rendere funzionale Seafuture al sistema produttivo spezzino ed alla capacità del sistema produttivo di essere in grado di proporsi su questa vetrina con prodotti, servizi e tecnologie d’avanguardia.
Cosa è cambiato dalla prima manifestazione rispetto a questa attuale, la settima?
Molto, direi. Ed è tipico di una manifestazione in continua crescita. Da un’idea si è passati ad un prototipo, poi ad un progetto, ora siamo ad una realizzazione matura. La scommessa è quella di trovare sempre nuove motivazioni e nuovi spazi di interesse.
Qualcuno ha affermato che la manifestazione è sbilanciata sul fronte degli armamenti più che su quello dell'innovazione tecnologica. Cosa rispondete?
Gli espositori sono stati oltre 230, in massima parte fornitori di tecnologie e prodotti che, anche se sviluppati in ambito militare, sono utilizzati ed hanno ricadute nel settore civile. Sono osservazioni, però, quelle a cui lei fa riferimento, che trovano ascolto. Sarà cura dell’Ente camerale, già a partire dalla prossima edizione, dare uno spazio sempre maggiore alla tecnologia del settore nautico e delle produzioni civili e diportistiche.