L'aumento della produzione industriale è spinto dal record storico fatto segnare per le esportazioni alimentari Made in Italy che registrano un balzo dell'11,2% nel primo semestre per un valore annuale stimato in 50 miliardi nel 2021. E' quanto emerge dall'analisi della Coldiretti sui dati Istat che evidenziano la crescita della produzione industriale a luglio favorita anche dalla ripresa dei consumi fuori casa con le vacanze estive e le riaperture di bar, ristoranti e agriturismi.
Con l'avanzare della campagna di vaccinazione, la riapertura delle attività di ristorazione e le vacanze cresce la domanda di Made in Italy a tavola in Italia e nel mondo con il fatturato alimentare che segna a luglio un balzo del'4,9%. Tra i principali clienti del Made in Italy a tavola nel primo semestre dell'anno ci sono gli Stati Uniti che si collocano al secondo posto ma registrano l'incremento maggiore della domanda con un +18,4%, trend positivo anche in Germania che si classifica al primo posto tra i Paesi importatori di cibo italiano con un incremento del 6,8%, praticamente lo stesso della Francia (+6,7%) che si colloca al terzo posto mentre al quarto la Gran Bretagna dove a causa della Brexit, con l'appesantimento dei carichi amministrativi, l'export alimentare crolla invece del'4,6%.
"Quella agroalimentare è una realtà allargata dai campi agli scaffali – affermano il Presidente di Coldiretti Liguria Gianluca Boeri e il Delegato Confederale Bruno Rivarossa - supportata con impegno e resilienza dagli imprenditori agricoli ed ittici dei nostri territori, che continuano a soddisfare il fabbisogno alimentare dei cittadini, nonostante le grandi difficoltà a cui hanno dovuto far fronte. Certo a preoccupare, sono le importazioni di pesce e carne straniera di cui non si conosce l'origine e, spesso, vengono spacciati per prodotti italiani.
La riapertura e il nuovo impulso al turismo, che, in una regione come la nostra, rappresenta una risorsa fondamentale, stanno dando segnali positivi L'Italia però deve investire per superare le fragilità presenti, difendere la sovranità alimentare e ridurre la dipendenza dall'estero per l'approvvigionamento, in un momento oltretutto di grandi tensioni internazionali. Non bisogna dimenticare – concludono Boeri e Rivarossa - che alla base della filiera agroalimentare ci sono sempre le nostre imprese agricole ed ittiche, che con il loro lavoro salvaguardano l'ambiente, creano occupazione, valorizzano le numerose biodiversità presenti e che possono rappresentare un importante volano economico per permettere la ripartenza del territorio".