Cna rompe il ghiaccio. Si costituirà parte civile nel processo per accertare le responsabilità sul crollo del Ponte di Albiano Magra dello scorso 8 aprile.
Un percorso nato dopo una lunga fase di ascolto con il territorio danneggiato, le imprese e le famiglie, che la principale associazione ha intrapreso al momento da sola.
"Abbiamo deciso di intraprendere questo percorso di giustizia dove speriamo di incontrare nel cammino anche altri enti ed associazioni del territorio interessate e le organizzazioni dei lavoratori dagli effetti del crollo del viadotto – ha spiegato Paolo Bedini, Presidente Cna Massa Carrara - Non scendiamo in campo per le nostre imprese così come per chi ha difficoltà a raggiungere il medico ad Aulla o il genitore. Scendiamo in campo per chi fa impresa, indipendentemente dall'essere o non essere associato alla nostra associazione, e per chi abita quei territori".
Anticipata negli scorsi giorni attraverso i media, la mossa di Cna è stata illustrata in occasione di una conferenza stampa in streaming a cui hanno partecipato a fianco del presidente, il responsabile sindacale, Giacomo Cucurnia ed il responsabile per le relazioni istituzionali, Gino Angelo Lattanzi.
A preoccupare Cna sono i tempi: "Marzo 2022, che sono le tempistiche ottimistiche per riavere il collegamento, è una data lontanissima. Due anni in queste condizioni di disagio fisico e disastro economico, aggravate dalla pandemia, rappresenterebbero un colpo mortale per ogni impresa – ha ammesso Bedini – Non possiamo e non vogliamo lasciare da sola la comunità della Val di Magra e della Lunigiana. Mi auguro che anche altri enti ed associazioni rappresentative del territorio decidano di affiancarci in questo percorso". In questi mesi Cna ha incontrato più volte, in remoto, le imprese: "Siamo arrivati a questa decisione dopo una lunga fase di ascolto e sindacale nei confronti della Regione Toscana e dei rappresentanti del territorio in parlamento – ha spiegato – Il cordone ombelicale con Albiano Magra si è spezzato. Per le imprese è una situazione molto critica. Nell'immediato, in attesa di rivedere un ponte percorribile, servono ristori veri per le imprese e non promesse".
Ad illustrare le prossime mosse è stato il Prof. Avv. Carlo Golda già incaricato da Cna Fita (Autotrasporto) per la sua costituzione di parte offesa e parte civile nel procedimento giudiziario per il crollo del ponte Morandi a Genova.
"L'azione che Cna ha deciso di intraprendere è un'azione di tutela collettiva. E' ormai patrimonio delle sentenze italiane e penali, civili e risarcitorie, le possibilità che gli organismi di rappresentanza collettiva possano dare tutela con azione propria di fronte alle lesione di diritti che sono divenuti propri non più perché somma dei diritti degli iscritti, ovvero una insieme di imprese che perdono denari, ma perché il proprio statuto impegna, come accade per Cna, a promuovere il benessere del territorio e la sempre progressiva migliore condizione delle imprese". Il legale ha chiarito: "Se vi sarà una richiesta di rinvio a giudizio, ovvero l'individuazione di qualche responsabile, sarà possibile costituirsi parte civile e chiedere quindi un risarcimento del danno".