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Coronavirus: quali sono tutte le varianti che circolano in Italia?

Quanto sono pericolose le nuove varianti e la loro diffusione?

Alla fine è successo: le varianti del Covid-19 che circolano da un po’ nel mondo sono arrivate anche in Italia. Il livello di attenzione e d’allarme sta salendo, pertanto il nuovo governo Draghi è sottoposto alle pressioni dell’OMS per applicare misure ancora più restrittive.

Ci sarà da riflettere, ma prima ancora bisogna rispondere ad alcuni dubbi e domande che tutti gli italiani si stanno ponendo in questi giorni. Quanto sono pericolose le nuove varianti e la loro diffusione? In Italia sono state individuate almeno cinque varianti, dotate di mutazioni genetiche che producono la proteina Spike, quella usata dal virus per agganciarsi alle cellule umane.

La prima variante, quella più nota, è la cosiddetta “inglese”, dopodiché sono arrivate la brasiliana, la sudafricana e una quarta sequenziata a Napoli ma scoperta per la prima volta in Nigeria. Non solo: una quinta variante, definita scozzese, è stata identificata e sequenziata in Lombardia.

È provato che le prime tre varianti siano più contagiose, per la mutazione indicata come 501Y che facilita la capacità di infettare le cellule umane. Le varianti brasiliana e sudafricana potrebbero addirittura far diminuire gli effetti del vaccino, perché vi è presente anche la mutazione 484K.

È questo il quadro tracciato da Massimo Ciccozzi, Ordinario di Epidemiologia all’Università Campus Biomedico di Roma. Intervistato dal Corriere della Sera, ha diffuso informazioni utili nel racconto delle varianti alla popolazione. In questo senso, la prima buona notizia è che non ci sono prove che le varianti siano più virulente. Trovare una nuova variante non significa automaticamente che il Sars-CoV-2 sia più pericoloso o più nocivo. Le varianti sono però il sintomo di una circolazione troppo elevata del virus, sostiene Ciccozzi. Le mutazioni, seppur non nocive, potrebbero compromettere seriamente l’effetto del vaccino e dunque ritardare ulteriormente una campagna vaccinale già in difficoltà.

Come ci si difende dalle varianti? Innanzitutto, procedendo ad oltranza con la vaccinazione, senza limiti di orari e luoghi. Vaccinare sempre, vaccinare ovunque, anche in farmacia. La proposta di Ciccozzi si scontra però con la realtà dei fatti, che vedono molti luoghi ideati per la vaccinazione non ancora del tutto allestiti e solo pochi centri appositi.

Altri metodi di difesa sono quelli già noti: il mantenimento delle distanze di sicurezza, limitare le uscite alle necessità e, soprattutto, l'utilizzo corretto della mascherina. La mascherina chirurgica va bene per il lavoro o per casa, quella FFP2 è invece più indicata per le uscite. Inoltre, gel igienizzanti e guanti possono essere di ulteriore ausilio. Si tratta di articoli che, contrariamente ad un anno fa, sono facilmente reperibili in farmacia e anche online, all'interno di e-commerce specializzati che offrono dispositivi di protezione dal contagio del Coronavirus.

La campagna vaccinale intanto prosegue, seppur con difficoltà. Ritmi e dosi non sono altissime né sufficienti per raggiungere l’immunità di gregge in breve tempo. Entro giugno, secondo Domenico Arcuri, commissario per l’emergenza Coronavirus, saranno vaccinati 19 milioni di italiani. Una cifra alta nei primi sei mesi di campagna vaccinale, ma tutt’altro che sufficiente per sviluppare l’immunità di gregge: per quest’ultima, infatti, servirebbe la vaccinazione del 75% dell’intera popolazione.

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