Google, infatti ha affermato di voler formare direttamente gli studenti interessati a posizioni lavorative nel mondo digitale consentendo accesso a dei corsi che dovrebbero costare poche centinaia di dollari.
Questa idea nasce sicuramente da un’esigenza di migliorare il sistema universitario statunitense, ancora relegato a costi elevatissimi, tanto che gli studenti entrano nel mondo del lavoro già con dei debiti da pagare. Inoltre, le università tradizionali comportano studi molto lunghi e impegnativi a livello didattico che spesso non corrispondono alle esigenze di lavoro.
In questo senso, Google attualmente si trova a formare neo-laureati a cui offre un contratto per un periodo di tempo che varia da settimane ad alcuni mesi prima di poterli integrare attivamente nei team.
I nuovi corsi di Google andrebbero a risolvere questo problema, colmando anche numerosi posti vacanti in dei settori altamente specifici come architettura software, sviluppo di interfacce utente per siti come www.spikeslot.com e altro correlato al mondo informatico, per cui è difficile trovare risorse formative sintetiche, ma efficienti e valide per poter iniziare a lavorare.
Il leader digitale ha chiarito solo alcune dettagli riguardanti i corsi. Per adesso si ha la certezza che riguarderanno solo alcune aree dell’informatica specifiche e che saranno molto brevi. Inoltre, i corsi dovrebbero essere, lavorativamente parlando, equiparabili a una laurea, nel senso che coloro che completano il corso potranno accedere a posizioni lavorative tradizionalmente riservate a possessori di una laurea.
In tanti si chiedono come verranno considerati questi corsi al di fuori del mondo perfetto di Big G. Perché se è vero che questi corsi possono comportare una successiva assunzione in uno dei tanti dipartimenti del colosso di Mountain View, potrebbero anche non avere nessun valore e non essere considerati da altre società. Considerato il peso di Google nel settore, tuttavia, è probabile che possano anche diventare una parte integrante di corsi di laurea erogati dagli istituti tradizionali. Potrebbero rappresentare crediti formativi aggiuntivi, laboratori o seminari a cui gli studenti delle facoltà interessati potrebbero accedere per migliorare il proprio percorso e focalizzarlo maggiormente sulle tecnologie che vengono usate realmente a livello lavorativo.
Le università americane stanno già monitorando la situazione, e più che preoccupate per l’eventuale riduzione del numero di studenti, pare che vogliano avviare una vera e propria collaborazione. Per ora non si sa se i corsi saranno accessibili anche da studenti all’estero, come in Italia, e se verranno tradotti in più lingue o erogati solo in inglese. È probabile Big G abbia intenzione di provare i corsi negli Stati Uniti prima di decidere di esportarli in altre nazioni. Si tratta comunque di un’opportunità notevole, che evidenzia un cambiamento nel mondo dell’istruzione sempre più online.
Ricapitolando, i corsi brevi che creeranno nuovi posti di lavoro e renderanno l’istruzione nel mondo digitale più libera e accessibile saranno sicuramente una rivoluzione, ma bisogna attendere per scoprire ulteriori dettagli.