Ci sono dolci capaci più di altri di raccontare una città, le sue sfaccettature, il modo in cui cambia nel tempo rimanendo comunque la stessa e riconoscibile agli occhi di chi la ama. Uno di questi è il panettone, il re del Natale e in particolare della tradizione pasticcera milanese.
Nel corso dei secoli, questa ricetta è diventata patrimonio di tutta la nazione, senza mai perdere il suo carattere di milanesità (a dimostrazione della possibilità di trovare ottimi prodotti anche in altre zone d’Italia, citiamo il panettone Fiasconaro qui visibile).
Viene da chiedersi quali siano le curiosità più interessanti che ruotano attorno a questa preparazione così speciale. Nelle prossime righe, ne abbiamo raccolte alcune tra le più succose.
Un errore finito bene
Quando si parla delle curiosità relative al panettone, un doveroso cenno deve essere fatto a una delle leggende che ruota attorno alla sua nascita. Secondo la tradizione, Ludovico il Moro, uno dei più importanti signori di Milano e mecenate che diede tantissimo dal punto di vista artistico alla città ospitando alla sua corte Leonardo Da Vinci, stava organizzando un sontuoso banchetto per Natale. Nel menu era presente ovviamente un dolce, che il cuoco dimenticò nel forno, facendolo carbonizzare.
Secondo la leggenda, a rendere questo errore una svista storica ci pensò un giovane sguattero di nome Toni, che al dolce che avrebbe dovuto essere presentato in tavola aggiunse canditi, burro e pasta. Nacque così il pan di Toni, il primissimo abbozzo di panettone.
La guaina di cartone è stata introdotta negli anni ‘20 del secolo scorso
Mantenendo sempre il suo carattere e il suo gusto inconfondibile, il panettone nel corso dei secoli si è evoluto tantissimo. Per rendersi conto di come è cambiato è possibile ricordare il fatto che la guaina di cartone che lo avvolge, un elemento comunissimo di cui molti non conoscono le origini, è stata introdotta in tempi relativamente recenti.
Attorno agli anni ‘20 del secolo scorso, due pasticcerie simbolo di Milano, ossia Motta e Alemagna, rivisitarono in qualche modo la ricetta tradizionale. I maestri pasticceri, intenzionati a offrire all’utenza un prodotto più soffice, presero a versare l’impasto in una guaina di cartone, tecnicamente detta guepiere, in modo da impedire all’impasto di bruciare.
Chi pensa che questo dettaglio sia stata una semplice miglioria tecnica come tante altre, può cominciare da subito a ricredersi. L’introduzione della guepiere ha infatti dato impulso a un successo commerciale impensabile: con l’aumento della domanda, i prezzi sono infatti calati e il panettone è diventato un dolce scelto anche da chi, prima di allora, a Natale consumava unicamente prodotti fatti in casa.
Il panettone di Natale si conserva per San Biagio
Una curiosa tradizione, tipicamente milanese, prevede il fatto di conservare il panettone consumato a Natale per il giorno di San Biagio, che cade il 3 febbraio. Attenzione: il panettone deve essere mangiato raffermo, rigorosamente a digiuno e in compagnia della propria famiglia.
Il registro delle spese del Collegio Borromeo di Pavia
Dal presente, che vede sopravvivere una tradizione speciale come la conservazione del panettone natalizio in vista di San Biagio, facciamo un piccolo salto nel passato, per la precisione nel 1599. A quest’anno risale infatti la comparsa, nel registro delle spese del Collegio Borromeo di Pavia, di un riferimento al pane di Natale, servito agli studenti dell’istituzione educativa in occasione del pranzo del 25 dicembre.
Secondo alcuni, si tratta della prima effettiva testimonianza dell’esistenza del panettone. Degna di nota, diversi secoli più tardi, è anche la scelta del governatore di Milano di offrire al principe Klemens Wenzel von Metternich - era il periodo dell’occupazione austriaca in città - del panettone come dono personale.