Il paper sull'uso degli antiinfiammatori non steroidei elaborato, di recente pubblicato su Drug Design, Development and Therapy, ha individuato come una delle principali cause di consulto medico di base la presenza di dolore. Nel lavoro portato a compimento da Università di Siena, Ospedale Universitario di Udine e una Asl friulana oltre ad un team di ricercatori americani in sinergia, si parla di oltre il 19% della popolazione europea adulta che fa i conti con il dolore.
La sensazione dolorosa è dovuta ad una stimolazione neurosensoriale generata da uno stato infiammatorio, che può essere più o meno localizzato e di varia intensità. Senza dubbio è motivo di peggioramento della qualità della vita, in particolare se si protrae nel tempo o addirittura è una condizione cronica. Una delle situazioni più diffuse la vivono circa il 50% delle donne nell'età della menopausa, affette da fibromialgia.
Normalmente si parte con la somministrazione di antinfiammatori non steroidei e oppioidi, che dovrebbero avere i primi effetti di riduzione del dolore entro una settimana e la remissione dell'infiammazione nei primi 21 giorni di trattamento. Tuttavia è risaputo che quel tipo di farmaci ha un impatto molto negativo sul sistema gastrointestinale, ecco perché in molti si rivolgono sempre di più a prodotti naturali.
Uno di questi è il cannabidiolo (CBD), un importante metabolita della Cannabis Sativa, con potenziali effetti analgesici, antinfiammatori e antiossidanti. Il CBD si è dimostrato molto promettente come trattamento del dolore e sull'infiammazione indotti dalle malattie reumatiche, l'epilessia, la sindrome di Rett ed altre patologie neurodegenerative come la sclerosi multipla con i suoi dolorosi spasmi muscolari.
I prodotti CBD sono disponibili gratis a carico del Sistema Sanitario Nazionale in rari casi autorizzati secondo rigidissime procedure, ma sono anche commercializzati come integratori alimentari o prodotti per il benessere. Olio di canapa e creme sono richiesti sempre di più, perché la loro formulazione si presta molto bene sia per un uso esterno, come massaggi rilassanti e anti invecchiamento, sia per l'uso interno. Infatti l'olio contenente il CBD è pratico per essere assunto in gocce sotto la lingua o anche aggiunto al cibo, che ne esalta le proprietà.
L'Organizzazione Mondiale della Sanità ha attestato che il CBD puro è sicuro. È importante sapere che questo principio attivo che si estrae dalla piante di canapa, in cui è presente secondo natura, non genera euforia "sballo" tipiche delle droghe illegali, a differenza dell'altro famoso principio attivo sempre presente nella canapa e conosciuto con la sigla di THC. Ecco perché ne ha potuto far uso anche il personale sanitario per contenere il grado di stress fisico e psicologico durante i mesi di superlavoro da pandemia, per il quale hanno ampiamente meritato le targhe di ringraziamento.
Anche in questi casi è importante la qualità del prodotto usato, a partire da come vengono coltivate le piante di canapa all'estrazione del CBD da esse. Le attenzioni sono per i contaminanti tra cui metalli pesanti, pesticidi, microbi e micotossine.