Dopo 25 anni dall’entrata in vigore del Decreto 626, oggi siamo davanti ad un bivio: arretrare o migliorare investendo nelle nuove tecnologie ed innovando l’approccio alla sicurezza, passando dall’impresa 4.0 alla Safety 4.0. In occasione della Settimana Europea per la sicurezza e la salute sul lavoro si è affrontato il tema nel corso di un importante convegno organizzato dalla Confartigianato della Spezia presso l'Istituto
professionale Einaudi-Chiodo grazie al Dirigente Scolastico Einaudi-Chiodo, Paolo Manfredini e al coordinamento dei proff. Stefania Cheli, Luca Liguori e Paolo Maggiani. Alla mattinata formativa hanno partecipato la 5D con la prof.ssa Erika Carpanoni, la 5S prof. Nicola De Benedetto, 5O prof.ssa Maurizia Riccobaldi, 5 N prof. Michele Tricerri, 5 M prof.ssa Renata Truglio, 5C prof. Jacopo Chiuminati, 5B prof. Elena Pietranera, 5 AU prof. Maria Cristina Tronfi, prof. Stefano Arioni. Il convegno moderato dal responsabile sindacale Nicola Carozza è stato introdotto dal Dirigente Scolastico Einaudi-Chiodo, Paolo Manfredini che ha sottolineato che il tema della
sicurezza del lavoro è una questione di cultura: "Ringraziamo Confartigianato per questa bella occasione di riflessione. La sicurezza non è solo una questione di tecniche che presuppongono modelli di comportamento
e di abbigliamento. E' una questione di mentalità e cultura".
Confartigianato, in occasione della giornata, ha donato alla scuola i tipici caschi gialli da antinfortunistica ai ragazzi dell'indirizzo meccanica ricordando loro, che saranno i lavoratori del domani e dovranno acquisire una
'cultura' della sicurezza sul luogo di lavoro. E' poi interervenuta la vice Prefetto Maria Stefania Ariodante che ha spiegato l'importanza del Decreto 626 del 1994 per regolamentare la sicurezza sui luoghi di lavoro: "Eventi come questi possono far crescere la cultura della prevenzione. Non si finisce mai di migliorare la situazione in cui i singoli lavoratori operano - ha affermato - le iniziative promosse, in occasione della Settimana Europea della Sicurezza sul Lavoro, sono occasioni formative per accrescere il livello della cultura del lavoro. Anche un singolo incidente sul lavoro resta una tragedia per chi ne rimane coinvolto: per le famiglie, le imprese e le istituzioni”. La prefettura ha ricordato il protocollo, redatto nel 2013 per semplificare ai familiari delle vittime le procedure dopo eventi così drammatici. Il Presidente di Confartigianato Paolo Figoli ha parlato del
ruolo delle Associazioni di categoria e dell'impegno delle piccole imprese su questo tema: "Nelle piccole imprese, imprenditore e lavoratore, sono fianco a fianco, la manodopera è il nostro valore aggiunto ed è per questo che siamo così attenti alla sicurezza. Davanti ad un mondo del lavoro in continuo cambiamento c'è la necessità di essere sempre aggiornati e formati". La relazione centrale è stata condotta attraverso filmati e slides da Enrico Taponecco, esperto di sicurezza e prevenzione infortuni di Confartigianato.
"Ho cercato di far vivere in prima persona ai ragazzi i metodi per migliorare la sicurezza sul posto di lavoro ragionando con loro sullo spirito che sta alla base della nomativa e su cosa potrebbero fare, od avrebbero fatto, se fossero stati al posto del legislatore. Abbiamo cercato un approccio interattivo perché i ragazzi di 18 e 19 anni vanno assolutamente motivati con un linguaggio adeguato. L'ambiente di lavoro sta cambiando radicalmente, e spesso anche velocemente: garantire un adeguato livello di salute e sicurezza sui rischi attraverso la sensibilizzazione di tutti gli attori della prevenzione, imprese, lavoratori ed istituzioni, è oggi la strada che dobbiamo percorrere, preparati e consapevoli, che l’obiettivo da raggiungere non è facile. L'evoluzione dell'impresa 4.0 porta alla necessità di pensare una Safety 4.0: nei prossimi vent'anni vivremo nuove opportunità (formazione e-learning, esoscheletri, droni, segnaletica innovativa) e nuovi rischi (problemi muscolo-scheletrici, isolamento, tecnostress, ecc.). Troppo spesso l’applicazione della normativa in materia di prevenzione infortuni è ancora vista come un costo aggiuntivo ed un ostacolo alla competizione tra le imprese. Invece tutti dobbiamop essere coinvolti in questo cambiamento: imprese, datori di lavoro, lavoratori, scuole e docenti, potenziando gli strumenti di informazione, in ogni settore di attività, attraverso una visione multidisciplinare che veda le diverse problematiche finalmente attraverso gli occhi del lavoratore e delle sue esigenze di vita e di lavoro”.