Il convegno nazionale "Blue economy: national strategic asset", che si è svolto oggi pomeriggio, 1 ottobre, ha fatto il punto su un settore strategico per l'economia italiana, e in particolare per quella ligure e spezzina. Un quadro fatto di luci ed ombre, di crescita ma al contempo di insicurezze per il futuro.
Tanti i temi toccati: dalla necessità di infrastrutture e certezze normative ai timori derivanti dalla Brexit; dal rapporto tra sostenibilità e svluppo a quello tra settore logistico e crocieristico.
A tirare le conclusioni, tornando su alcuni aspetti del dibattito che ha definito particolarmente importanti ed in linea con il lavoro che sta svolgendo Confindustria, è stato il Presidente Piccola Industria Confindustria Carlo Robiglio: "Il tema della green economy non è nuovo per Confindustria, è sul nostro tavolo da diverso tempo ed è strettamente collegato alla logistica. Sul fronte della sostenibilità il nostro Paese è il pole position, la sfida ora è quella di mantenere la posizione e non farci scavalcare. Questa posizione è infatti frutto del passato ed ora dobbiamo essere bravi a non perderla".
Perchè? Da cosa deriva l'attenzione green dell'Italia?
"Viene tutto dalla nostra storia – spiega il Presidente Piccola Industria Confindustria – perchè i nostri antenati, non avendo materie prime dalle quali trarre guadagno, se le sono praticamente "inventate", ovvero il riciclo è diventato una risorsa. Per fare qualche esempio, a Prato il riciclo degli stracci ha dato il la alla manifattura tessile, o le rubinetterie nel bergamasco, nate dall'ottone rimasto dalla costruzione delle campane per le chiese. Oggi dobbiamo sapere sfruttare questo che si è rivelato un vantaggio sul fronte della sostenibilità e sapere modernizzare e proseguire questa tradizione".
"La sostenibilità deve essere, ovviamente, applicata anche all'economia blue – ha sottolineato – mi riferisco ad esempio all'elettrificazione delle banchine o a carburanti meno inquinanti. Il mare, del resto, è la nostra principale risorsa, con i nostri 8mila km di coste".
Oltre a questo, quali passi devono essere fatti, a livello intanto di concezione del tema?
"L'economia del mare deve essere tema nazionale e si deve parlare di filiera blue. Una filiera della quale la logistica deve fare necessariamente parte. La logistica, infatti, crea il margine per competere sui mercati e fare utile. Spesso la competitività si gioca su questo. Dobbiamo poi parlare di questi temi, certo, ma anche uscire dai convegni e tradurre gli impegni in gesti, fatti e normative concrete".