Estate spezzina, alla presentazione del calendario 2019 non mancava solo Fossitermi, come sostenuto dal Pd ma anche l'assessore con delega al turismo Paolo Asti. Abbiamo chiesto al sindaco Peracchini se l'assenza del suo uomo di giunta fosse dovuto ad una scelta tecnica, la risposta è stata che non si parlava di turismo ma di cultura: un attimo prima però lo stesso sindaco ribadiva la capacità attrattiva degli eventi proprio in funzione dei turisti o abbiamo capito male? Non è stato chiesto né tantomeno spiegato cosa ci stesse a fare vicino al primo cittadino l'assessore Giorgi, che non ha deleghe neppure lontane parenti di cultura, turismo eccetera. Al suo posto, giustamente, la dirigente dei musei Marzia Ratti, tra parentesi in antitesi ad Asti.
È evidente che sul piano dei rapporti personali l'intesa Peracchini- Asti è cessata da tempo, l'assessore appassionato e competente di jazz e arte (a prescindere dal colore politico) resta in sella pur dimezzato forse più per legami genovesi (Toti e Giampedrone) che per altro. Sul piano umano di Asti come di chiunque si può dire tutto, ma nessuno mette in dubbio la sua profonda conoscenza delle materie di cui si occupa da sempre da protagonista, anche e soprattutto quando a Palazzo Civico regnavano i compagni, ovvero nell'ultimo mezzo secolo. Sul piano oggettivo, non si può non sottolineare da un lato il crollo degli eventi dagli oltre 80 dello scorso anno ai circa 50 (compresa qualche festa parrocchiana) del 2019. Ma anche la scelta politica - questa sì davvero di sinistra - di proporre ben sei concerti di rilievo gratis.