Il documentario racconta il riscatto di un uomo che si è ribellato con forza a un passato di sangue e di soprusi e a un padre nazista e che oggi spende la vita nella difesa dei deboli e degli emarginati. E' stato accolto con commozione e partecipazione dalla giuria del festival e dal pubblico torinese ed è stato premiato con la seguente motivazione: Perché racconta la storia intensa di un figlio che ha deciso di fare i conti con le colpe del padre. Udo Surer ha rinnegato il nome del genitore nazista e si è impegnato a mantenere viva la memoria degli eccidi di San Terenzo e Vinca insieme ai sopravvissuti e alla popolazione locale. Attraverso numerose testimonianze il film ricostruisce anche il passato di una comunità che ha pagato un prezzo altissimo alla violenza nazifascista. E da questo dialogo tra passato e presente, tra individuo e comunità, emerge chiara l’idea che un futuro di pace è possibile e presente, solo se saremo capaci di restare umani e di dialogare oltre le frontiere nazionali.
Il festival "Filmare la storia" è organizzato dall'Ancr, Polo del '900 in collaborazione con l'Istituto Nazionale Ferruccio Parri, Film Commission Torino Piemonte, Sotto18 film festival e con il patrocinio del Miur-Usr piemonte, della Città di Torino e della Regione Piemonte. Il documentario Il nome del padre è stato prodotto dall’associazione culturale B52 con il patrocinio del Comune di Fivizzano (MS) e racconta la storia di Udo Surer, avvocato tedesco di Lindau - in Baviera - e cittadino onorario di Fivizzano, figlio di Jospeh Mayer sergente nelle SS agli ordini di Walter Reder, uno dei soldati tedeschi protagonisti delle stragi nazifasciste di San Terenzo Monti e Vinca dove nel 1944 il 16° Battaglione Panzergranadier SS sterminò nella sola Lunigiana più di 400 civili, compresi donne e bambini.