Carlo Torriani interpreterà Giorgio Germont nell' Opera “La Traviata” prodotta dall’Associazione Coro Lirico La Spezia, con la Regia firmata da Renato Bonajuto e Teresa Gargano, che sarà messa in scena sabato 18 maggio, alle ore 21,00 al Teatro Civico della Spezia. Torriani ha concesso a Ezia Di Capua, in esclusiva per Sala Culturale CarGià, l’intervista che segue.
Carlo sei nato a Milano e ti sei laureato in Economia presso l'Università Luigi Bocconi. Compi privatamente studi musicali ed inizi lo studio del canto con Sara Corti Sforni e Maria Luisa Cioni. Hai vinto numerosi premi e sei stato segnalato in vari Concorsi, debutti ne IL TABARRO al Teatro Bonci di Cesena.
Raccontaci del tuo debutto e come nasce la tua passione per il bel canto.
Beh, è una storia un po' lunga: ero in vacanza con i miei genitori e mi annoiavo mortalmente. Avevo circa 12 anni ed in campo musicale spaziavo dallo Zecchino d'oro a De André e non avevo idea di cosa fosse un'opera. In una trasmissione radiofonica fecero ascoltare "Vesti la giubba" cantata da Enrico Caruso. Ebbi i brividi. Tornato a Milano comprai un LP di Caruso, poi la prima opera (ovviamente Pagliacci), poi il primo libro, poi la prima rivista.... La mia passione nasce così.
Nel 2009 decidi di dedicarti ai ruoli di “buffo” debuttando nello stesso anno come Don Bartolo nel BARBIERE DI SIVIGLIA di Rossini, Schaunard in BOHEME, Dulcamara ne L'ELISIR D'AMORE di Donizetti, Buonafede ne IL MONDO DELLA LUNA di Haydn al Teatro Bonci di Cesena e come don Annibale Pistacchio nel IL CAMPANELLO di Donizetti al Teatro Bellini di Adrano-Catania.
Parlaci di questa tua predisposizione ad interpretare ruoli di “buffo”.
Qualunque cantante di qualsivoglia corda vorrebbe interpretare i ruoli drammatici da protagonista delle opere di Verdi o Puccini. Non tutti ne hanno le qualità e molti, dopo pochi anni, abbandonano il canto proprio per questa incapacità di adattarsi ad un repertorio che, ingiustamente, si ritiene "minore". Io ho fatto la scelta di dedicare la mia carriera prevalentemente all'opera comica, in particolare settecentesca anche perchè, per cantare questi ruoli, occorre una capacità attoriale che, paradossalmente, sarebbe controproducente nei personaggi "seri". Ovviamente questa mia predisposizione non mi impedisce di affrontare anche altre parti da Michele nel Tabarro a Rigoletto o Alfio in Cavalleria o Scarpia in Tosca. Ed, ovviamente, papà Germont in Traviata, il ruolo drammatico che ho eseguito piu' di frequente.
Nel 2014 interpreti Bénoit e Alcindoro in BOHEME al Teatro Civico di La Spezia, l'Opera prodotta dall'Associazione Coro Lirico a Spezia ebbe un gran successo di pubblico e di critica.
Cosa pensi dell' Associazione Coro Lirico La Spezia così impegnata nel territorio a diffondere la conoscenza dell'Opera come tratto storico culturale della città?
Intanto cominciamo a dire che La Spezia è davvero una città incantevole, situata in un luogo magnifico e con attrattive turistiche da far invidia a qualunque città italiana. Inoltre si mangia benissimo. Per quello che riguarda la Bohème, per me si trattava di un debutto in quei due ruoli che poi ho ripreso svariate volte in carriera. L'attività del Coro Lirico di La Spezia è decisamente encomiabile, intanto per la qualità degli spettacoli proposti. E poi perchè in una città importante come La Spezia dove, lo ricordo, il Teatro non produce una stagione "fissa" operistica, svolge una funzione divulgativa importantissima ed imprescindibile.
Lancia un appello e invita la città a vedere l'Opera “La Traviata” spiegando le motivazioni per cui sarà un'Opera imperdibile.
Beh, la Traviata è il capolavoro di Verdi per eccellenza, è una vicenda attuale anche ai nostri giorni ed è un'opera fantastica in cui i personaggi sono magistralmente delineati. Inoltre il cast è ottimo e sicuramente sarà uno spettacolo di primissima qualità.
Il tuo curriculum artistico racconta che dal 2015 ad oggi hai avuto ruoli importanti e ti sei espresso su palcoscenici nazionali e internazionali importanti, sei ammirato dalla critica per il tuo fraseggio chiaro e conciso, per l'ottimo gusto della linea vocale, per la tua mimica, per la tua comicità, per la tua presenza scenica.
Quanto tempo dedichi allo studio del canto e allo studio del personaggio?
Nel mio repertorio abituale, cioè quello del "buffo" settecentesco, il tempo dedicato allo studio è enorme in quando bisogna imparare a "dire" i recitativi nel modo piu' naturale possibile. Non è semplice, credetemi. In opere in cui almeno un terzo del totale sono recitativi, per evitare la noia si deve veramente cesellare e giocare in punta di fioretto per essere eleganti e divertenti senza scadere nelle buffonate più trite. In generale amo molto documentarmi ascoltando varie versioni discografiche dei personaggi che devo interpretare. Anche di questo "Germont père" sto già ri-ascoltando alcuni grandi del passato che, per un motivo o per un altro, hanno saputo dare un'impronta personale al ruolo. Un nome su tutti: Sesto Bruscantini che, forse perchè primeggiava sia nei ruoli seri che in quelli comici, sento molto affine al mio modo di sentire i personaggi.
Quali sono i tuo progetti futuri?
Due debutti importanti: Tarabotto nell'Inganno felice di Rossini ed un'opera inedita di Caldara. Ma il progetto che più mi sta a cuore è la mia nuova etichetta discografica che si chiama Opera Discovery e partirà a giugno con una Cavalleria rusticana con Fabio Armiliato, Silvia Dalla Benetta ed Alberto Mastromarino, cui seguiranno CD inediti del repertorio verista. E' un progetto importante che ha richiesto anni di lavoro prima di essere approntato nella sua forma definitiva. Io ne sono direttore artistico e spero serva a valorizzare spartiti che, ormai, sono citati nei manuali di storia della musica ma trovano poco spazio in teatro ed in disco.
Intervista integrale e quanto utile per la promozione artistica dell'Opera Lirica “La Traviata” sarà pubblicato in © Sala Culturale CarGià Blog.
(Testo a cura di Ezia Di Capua – Vice Presidente Ass.ne Coro Lirico La Spezia e Curatore d' Arte)