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Sarzana celebra il 4 Novembre (Foto) In evidenza

di Luca Manfredini – 100 anni dalla fine della Prima Guerra Mondiale. Sarzana celebra questa importante ricorrenza con una cerimonia al Monumento ai Caduti in piazza Matteotti.

Il 4 novembre in Italia si festeggia la “Giornata dell’Unità Nazionale e delle Forze Armate”, istituita nel 1919 per commemorare la vittoria italiana nella prima guerra mondiale. In questa ricorrenza si rende omaggio al ruolo storico che l’Esercito italiano e tutti i nostri Corpi militari hanno avuto nel tempo sotto il profilo dell’impegno per la difesa e la sicurezza del territorio e come punto di riferimento nei momenti di difficoltà che il Paese ha dovuto e dovrà affrontare. Sarzana ha onorato i caduti di tutte le guerre, le Forze Armate ed i propri 153 figli che hanno donato la loro vita per la Patria ponendo una corona al monumento di Carlo Fontana in piazza Matteotti. Il Sindaco Cristina Ponzanelli ed il Presidente del Consiglio comunale, Carlo Rampi, hanno ringraziato le Forze Armate per il loro quotidiano impegno e reso omaggio alla lista delle vittime della prima guerra, incise sul monumento che simboleggia lo sforzo compiuto dall’Italia per arrivare alla vittoria nella Grande Guerra. L’opera realizzata interamente in marmo bianco di Carrara vede da un lato i soldati che spingono a braccia un cannone lungo la montagna e sul proprio frontale spiccare la “Vittoria alata”, detta Procellaria.

“Il mio pensiero è il pensiero di tutti i sarzanesi e corre verso tutti coloro che si sono sacrificati sull’altare della nostra libertà e per la costruzione dell’odierno Stato democratico ed unito – ha dichiarato il Sindaco Ponzanelli – ricordare e coltivare la loro memoria significa apprezzare gli straordinari valori che ci hanno donato e che oggi qui, stretti tutti assieme, omaggiamo. Molti di loro sono rimasti ignoti ma ad ognuno di loro va la perenne riconoscenza del nostro Paese e della nostra città di Sarzana. Alle nostre Forze Armate, al loro impegno, ai loro sacrifici e professionalità è affidata la custodia di questi straordinari valori – ha proseguito – ricordate sempre il giuramento che avete prestato nei confronti della Repubblica e grazie ancora per il vostro quotidiano impegno che dedicate a tutela della nostra sicurezza, indipendenza e unità nazionale. Oggi celebriamo anche il centenario della vittoria nella Grande Guerra, un vero e proprio spartiacque nella nostra storia, un momento in cui l’Italia si unisce in ogni sua parte. Una storia drammatica fatta di eroismi ed enormi sacrifici, una storia in cui affondano le radici stesse del nostro popolo, affondano nel coraggio di quei soldati che in nome di un’ideale hanno saputo reagire al duro colpo di Caporetto portando la ricchezza inestimabile di cui tutti noi oggi siamo custodi e di cui abbiamo la responsabilità – ha concluso – credo che da questa storia straordinaria si deve trarre una semplice ma fortissima lezione: il nostro futuro è sempre nelle nostre mani e tutti noi dobbiamo ricordare sempre l’enorme responsabilità che dobbiamo proteggere e rispettare”.

Il 4 novembre 1918 l'Impero Austro-Ungarico si arrende e a Padova viene firmato l'Armistizio di Villa Giusti decretando la fine della 1° Guerra Mondiale (iniziata il 24 maggio del 1915) che ha visto l’Italia alleata con la “Triplice Intesa” formata da Francia, Russia e Regno Unito.

La battaglia definitiva di Vittorio Veneto, sul Piave, era partita il 24 ottobre, un anno esatto dopo la peggiore sconfitta subita: quella di Caporetto, sull'Isonzo. Da allora gli austriaci spinsero inutilmente per superare la linea del fiume Piave (da cui la nota canzone militare) in cui l'impero Austro Ungarico, pressato su vari fronti e sempre più in crisi cedette, praticamente collassando, dopo una decina di giorni di battaglia. L'Italia la considera festa dell'Unità nazionale perché con la prima guerra mondiale la Penisola riuscì finalmente ad ottenere la sovranità sui suoi confini considerati naturali e si vide riconoscere il Trentino, l’Alto Adige, l’Istria e Trieste, ma non la Dalmazia e la Libia come da accordi iniziali. Fu la ragione per cui si parlò di “Vittoria mutilata”.

Una guerra lunga e devastante iniziata il 24 maggio 1915 che ha segnato in modo profondo e indelebile l'inizio del '900 e determinato radicali mutamenti politici e sociali. Una guerra che costò all’Italia 600.000 morti e un milione di mutilati, una guerra difficile soggetta oggi a più ampie letture, ma le guerre rimangono piazzate in precisi tempi storici e necessitano di adeguate letture storiche.

Con chiara soddisfazione il Pres. Carlo Rampi ha concluso la cerimonia con queste parole in memoria dei caduti della Grande Guerra: “Nella lapide alle mie spalle e sotto la “Vittoria Alata” che la sovrasta, opera di Carlo Fontana la cui quadriga bronzea dell’Unità d’Italia orna il Vittoriano, l’Altare della Patria a Roma, sono incisi i nomi di 153 gloriosi cittadini di Sarzana caduti nell’adempimento del loro dovere nel costruire l’unità d’Italia. Schierati nei campi di battaglia del Carso, del Monte Grappa, nelle terribili battaglie dell’Isonzo, nelle gloriose giornate di Vittorio Veneto. Spirati nei campi di concentramento austroungarici dove tanti, quasi centomila dei nostri compatrioti persero la vita in attesa di quella gloriosa vittoria che venne dopo l’offensiva che la duplice monarchia sferrò contro la linea del Piave, la famosa battaglia del Solstizio con cui cercarono di piegare la fortissima volontà degli italiani di non perdere quella guerra che era il coronamento del sogno risorgimentale – ha aggiunto ancora – ebbene dopo quell’offensiva vennero i giorni della controffensiva di Vittorio Veneto e noi andiamo a festeggiare oggi le condizioni di armistizio che vennero stabilite a Villa Giusti, dove l’unità della Patria, tanto sognata sin da Dante Alighieri, ritrovava i suoi confini naturali e le terre irredenti di nuovo città della nostra patria – ha onorato Rampi – questo centenario del nostro anniversario è una festa triplice: è la festa della vittoria, è la festa dell’unità ed è da sempre la festa delle nostre Forze Armate gloriose eredi di questi eroi e quotidiani interpreti di quelle tradizioni.

Oggi più che mai al servizio della pace, prima di tutto, ma pronti sempre a difendere i confini e gli interessi della Nazione – ha concluso - Sarzana è felice di celebrare i suoi eroi, i suoi caduti e tutti quei soldati che concorsero alla vittoria. Viva l’Italia e viva le Forze Armate”. Il Presidente conclude il suo intervento con un emozionante ricordo ad un famoso sarzanese che si è contraddistinto per il suo impegno umano e professionale nella Grande Guerra, il Tenente Colonnello Medico Giuseppe Tusini.

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