Il tour di presentazioni del libro di Giorgio Pagano e Maria Cristina Mirabello “Sebben che siamo donne. Resistenza al femminile in IV Zona Operativa, tra La Spezia e Lunigiana” ha fatto tappa anche a Pontremoli, per iniziativa della Sezione Anpi di Pontremoli e dall’Istituto Storico della Resistenza Apuana.
Paolo Bissoli, a nome degli organizzatori, ha introdotto mettendo in rilievo l’importanza del libro anche a fini didattici: ha citato una recente tesi di maturità -di una studentessa del Liceo Scientifico di Villafranca- sulla Resistenza al femminile, imperniata sulla ricerca di Pagano e Mirabello. Il libro, ha concluso, “ci spinge a una riflessione politica, perché anche oggi ci viene chiesto di fare una scelta contro l’indifferenza, come seppero fare le partigiane e le donne sostenitrici dei partigiani oltre settant’anni fa”.
Alessio Giannanti, di Archivi della Resistenza, ha parlato di un “libro importante”, perché “spiega attraverso l’intreccio tra testimonianze e archivi, che le donne ebbero un ruolo fondamentale nella Resistenza, e non si limitarono al ‘contributo’ di cui per tanti anni hanno parlato gli storici”. Ciò vale per le partigiane in armi, le staffette, le deportate e per “le donne della resistenza civile”, “che non tirarono a campare ma fecero atti di solidarietà a rischio della vita”. “Il ‘grande colpo’ del libro -ha concluso- è aver ricostruito la vicenda delle madri, donne contadine come la Adele di Tenerano, la Lalla di Zignago, la Carmela di Antessio, che furono punto di riferimento fondamentale per tante brigate partigiane”.
Gli autori si sono soffermati sulle donne pontremolesi protagoniste del libro: Laura Seghettini, Angela Bastelli, Aurelia Cabrelli e Maria Cattani, presente in sala. Nella sua casa di Bratto Maria ospitò e protesse non solo il marito Nello e il cognato, ma molti altri partigiani, tra cui Dante Castellucci “Facio” e Gordon Lett, sfuggendo più volte alla morte per mano tedesca grazie all’intervento del prete di Bratto e al fatto che era incinta e che aveva con sé un figlio piccolo e due cognate bambine. “Nel nostro Pantheon devono stare le donne e gli uomini semplici, le contadine, le ragazze come Maria, che seppero in quella fase drammatica della nostra storia fare la scelta morale e assumersi la responsabilità di combattere per la libertà”.
Dopo l’omaggio dei tanti cittadini presenti a Maria Cattani, l’incontro si è concluso con l’intervento di Nando Sanguinetti dell’ Anpi di Carrara, che ha raccontato le vicende della madre, una delle tante donne che da Spezia, Carrara e Massa facevano lunghi viaggi verso Parma e la pianura padana, per rimediare al cibo che mancava scambiandolo con il sale prodotto in distillerie artigianali o con elementi del corredo. A queste donne, anch’esse tra le protagoniste del libro, è dedicato un monumento a Mignegno, all’inizio della Cisa.