Il 13 settembre si svolgono sull'isola del Tino le celebrazioni di San Venerio, l' eremita che vi morì in solitudine nel VII secolo, sulle cui spoglie fu costruita una chiesa. Nel suo nome, a metà del Mille, sorse poi un importante monastero insulare, in un'area oggetto di importanti scavi, restauri, studi a partire dalla fine degli anni ‘50.
Il 7 settembre, alle ore 16,30, presso il Museo Diocesano della Spezia, si terrà un incontro che vuole essere introduttivo alle festività religiose e alla storia: “L'isola del Tino, isola di luce e di preghiera”.
Sarà aperto dalle autorità religiose e civili, dopo l'introduzione del direttore del Museo Diocesano, don Cesare Giani. Parleranno il vescovo Mons. Luigi Ernesto Palletti, nella cui Diocesi sono tornate, dopo quasi 800 anni, le isole di Porto Venere, proprio per la forte rinascita a metà Novecento del culto di Venerio; il dr. Pierluigi Peracchini, sindaco della Spezia, nel cui territorio sorge un'antica chiesa titolata al santo che avrebbe anche custodito le sue reliquie; mons. Pier Carlo Medinelli, presidente della Pro Insula Tyro, associazione che promosse e oggi cura il mantenimento del culto santorale, ed il Soprintendente Archeologia Belle Arti e Paesaggio della Liguria dr. Vincenzo Tiné, che ha consentito al ritorno dei reperti archeologici nel nuovo Museo del faro.
Seguiranno due relazioni sui temi cardine della storia dell'isola. La dott.ssa Eliana M. Vecchi dell'Istituto Internazionale di Studi Liguri che ha edito numerose pubblicazioni dedicate al Tino, narrerà la complessa vicenda agiografica di Venerio, che ebbe una grande rivitalizzazione soprattutto dopo il ritorno nel 1960 di parte delle reliquie del corpo, trasportato a Reggio Emilia nel IX secolo, tanto che il santo è stato proclamato patrono del golfo e dei fanalisti. Il C.F. Stefano Gilli, comandante di Marifari Spezia, illustrerà la costituzione, da lui curata, del Museo del faro, sito negli storici edifici militari posti sulla sommità dell'isola, che raccoglie esempi della storia evolutiva tecnologica del faro del Tino. Con l'apertura al pubblico del Museo, concessa dalla Marina Militare e curata da Marifari in giorni prefissati, la storia di questa sentinella dei naviganti appare più comprensibile e l'isola più vicina.
A conclusione sarà proiettato un video con suggestive riprese fotografiche, curato dalla dott.ssa Elisabetta Cesari, che sta lavorando per rendere l'immagine straordinaria dell'isola.