Giovedì 26 luglio alle ore 21,30 al Molo dei Pescatori per la rassegna “Monterosso: un mare di libri”, Federico Rampini presenta “Le linee rosse. Uomini, confini, imperi: le carte geografiche che raccontano il mondo in cui viviamo” (Mondadori). Già giornalista di «Rinascita» e de «Il Sole 24 Ore», poi capo della redazione milanese e inviato del quotidiano «La Repubblica» a Parigi, Bruxelles, San Francisco e Pechino, oggi Rampini è capo della redazione di New York del quotidiano ideato da Scalfari. Ha insegnato alle Università di Berkeley, Shanghai e al Master della Bocconi.
Rampini terrà una sorta di lezione magistrale tra politica e geografia con l’ausilio di un grande schermo per ripercorre i luoghi dei grandi conflitti del pianeta. Il merito maggiore dell'ultimo libro di Federico Rampini - Le linee rosse, Mondadori - è di sfatare i miti antigeografici, di ricordarci come senza leggere lo spazio nel tempo e il tempo nello spazio non possiamo orientarci nel mondo. La stessa idea che possa darsi un'etica astratta, insensibile ai mutamenti del pianeta - perché il mondo sta cambiando ogni minuto sotto i nostri occhi, e non solo per via del clima - è alimentata dall'indifferenza per la geografia. Non c'è geografia senza carte.
«Viaggiamo di più. Capiamo di meno. Mentre lo attraversiamo in velocità, - spiega Rampini - il mondo ci disorienta. I leader brancolano nel buio. Fissano delle “linee rosse” che non capiscono. Forse perché non leggono. Quel che il mondo vuole dirci è spiegato nelle carte geografiche e nella loro storia. Ma quelle studiate a scuola non bastano. Bisogna penetrare il loro significato nascosto, incrociare il paesaggio terrestre con le storie delle civiltà, dei popoli e degli imperi. Ogni crisi – dai profughi alla Corea del Nord, dal terrorismo al cambiamento climatico, dagli autoritarismi ai nuovi protezionismi, dalle “missioni impossibili” di papa Francesco all’inquietante utopia dei social media – ci sfida a capire».