L'incontro è servito a capire e a conoscere la cultura di questo popolo, a rovesciare stereotipi, a combattere chiusure e paure: è stato questo il commento conclusivo corale, espresso sia dai venti operatori sociali, provenienti da sette Paesi europei, partecipanti al workshop", sia dagli organizzatori dell'incontro, il presidente dell'Associazione Culturale Giorgio Pagano e il presidente della Cooperativa Sociale Lindbergh Ciro Picariello. A raccontare "chi sono gli zingari" sono stati in tanti. Lo scrittore, attore e autore teatrale Pino Petruzzelli, che ha passato cinque anni della sua vita con i rom, ha innanzitutto spiegato perché siano, in gran parte, nomadi. La loro è una storia secolare di persecuzioni, sino al Porrajmos, la Shoà degli zingari, oltre mezzo milione di morti nei campi di sterminio nazisti: "con una storia di questo tipo -ha detto- chi resterebbe fermo?". Petruzzelli ha smontato, studi alla mano, i falsi stereotipi secondo cui gli zingari "rubano i bambini" o "sono sfaticati". E ha raccontato di comunità in cui non esistono le classi sociali come noi le intendiamo, e in cui molto forti sono i canali egualitari e il senso di solidarietà interna. Sebastien Guerdner, presidente di un'associazione zigana francese, si è soffermato sulla cultura della sua comunità e sul ruolo di informazione, di mediazione con le istituzioni, di solidarietà e di valorizzazione della cultura che svolge la sua associazione. Di grande interesse anche le testimonianze locali, sia quella "istituzionale" dell'assistente sociale del Comune della Spezia Brunella Baldi, sia quella "associativa" a Castelnuovo Magra dell'esponente di Voltalacarta Anna Maria Vassale: entrambe hanno spiegato quanto faticoso ma alla fine utile sia l'impegno per l'accoglienza e l'integrazione degli "zingari". All'incontro hanno portato il loro saluto l'assessore comunale Andrea Stretti e la dirigente della prefettura Maria Stefania Ariodante. Molti rimangono turbati dal contatto con i "diversi" -hanno detto- e la paura va capita. Ma anche combattuta: la si supera, hanno concluso, con la conoscenza, attivando meccanismi di riconoscimento che costruiscano fiducia e rispetto reciproci. E' stata molto apprezzata, infine, la mostra fotografica "Sulla scia della carovana" di Barbara Giampietri, un'autrice che ha una profonda conoscenza del mondo degli zingari: le sue immagini trasmettono molto bene la cultura di questi popoli.