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Dialma Ruggiero, la questione accende il dibattito in città In evidenza

Nel quartiere la preoccupazione aumenta. 

Nonostante le rassicurazioni dell'assessore Paolo Asti, che abbiamo intervistato ieri e che ha escluso con forza ogni ipotesi di vendita e di chiusura del Centro Culturale, in città si diffonde la preoccupazione, soprattutto nel quartiere di Fossitermi, dove è partita una raccolta firme: in alcune attività commerciali, su molti social e on line, è possibile leggere la petizione: "II Centro Dialma Ruggiero privatizzato? Salviamo il centro culturale e di aggregazione del nostro quartiere. Il Dialma Ruggiero tiene accese le luci del quartiere fino a tardi, ospita bambini, famiglie, giovani da tutta la provincia. Protegge Fossitermi dal degrado e dallo spaccio. Anima il quartiere e i suoi esercizi commerciali. Difendiamo questo importante presidio, pieno di creatività con i suoi corsi di danza, musica, teatro, informatica, lingue, cucito, e con i suoi spettacoli ed eventi".

Sono in molti, negli ultimi giorni, ad aver espresso opinioni, come i consiglieri comunali Guido Melley e Massimo Lombardi

Oltre a loro, sono anche tanti i cittadini, fruitori del Dilama, esponenti della cultura ad aver espresso la propria opinione, pro o contro il passaggio del Centro dal settore culturale a quello patrimoniale, sintomo che la questione è comunque molto sentita. Di seguito pubblichiamo alcuni passaggi di una lettera indirizzata al sindaco Pierluigi Peracchini, scritta da una giovane spezzina che ha conosciuto da vicino la proposta culturale e formativa del Centro Culturale Dialma Ruggiero e che coglie l'occasione per rispondere ad un'insegnante che, mezzo stampa, ha spiegato la sua visione.  

"Gentile P. Peracchini, da quando ha vinto le elezioni amministrative 2017 ed è divenuto il nuovo sindaco della Spezia, devo dire di essere rimasta molto soddisfatta del suo lavoro: la città sembra molto più pulita, i giardini durante il periodo natalizio erano incantevoli, la differenziata non è più la causa di svariate e drammatiche battaglie tra gabbiani e piccioni. Ma il Dialma Ruggiero, le assicuro, vale molto più, per me e tantissimi altri giovani (e non solo), di tutte queste cose messe assieme. Preferirei la città più sporca, un Natale senza luci, i gabbiani perennemente in guerra di fronte a casa mia piuttosto che veder chiudere il Dialma Ruggiero. Come diceva il gran Giovanni Battista De Luca: per essere dei bravi musicisti, dei bravi grammatici, dei bravi giuristi... occorre tanto la formazione pratica quanto quella teorica. Ora, non mi permetterei mai di dubitare della sua esperienza nel suo campo di appartenenza, ma qui, in questo caso, ha sentito solo tante teorie, ma come stanno veramente le cose glielo può raccontare solo chi in Dialma ci è cresciuto. [...] è mai venuto ad un nostro spettacolo? Dunque, io ho studiato al Liceo Classico Lorenzo Costa, il primo anno mi presentai ad "una lezione di teatro” della professoressa F.: le parti venivano assegnate in base alla classe di appartenenza, i copioni non erano altro che un “copia e incolla” della tragedia di qualche autore, ognuno di noi si doveva limitare ad imparare a memoria la parte di testo assegnatagli.
Gli spettacoli del Liceo classico venivano sempre presi in giro da tutti: durante le rappresentazioni teatrali gli stessi studenti del liceo (certamente maleducati), annoiati dallo spettacolo, deridevano gli pseudo-attori urlando e facendo battute di pessimo gusto. Insomma, un’umiliazione. Spesso la professoressa F. è dovuta intervenire chiedendo agli spettatori di comportarsi in maniera adeguata, ma con scarso successo. A mio parere questa era una conseguenza del fatto che, aldilà della consistenza e difficoltà del testo, non vi era differenza tra una rappresentazione teatrale del LCLC e una recitina della scuola materna.
Lo svolgimento dello spettacolo era questo: tutti i ragazzi rimanevano schierati sul fondo del palco, quando era il proprio turno si faceva un passo avanti, quando si finiva di recitare a pappagallo ciò che era scritto sul copione se ne faceva uno indietro. Il problema, signor Sindaco, sta a monte: non viene svolto alcun laboratorio prima dello spettacolo, non si insegna ai ragazzi a stare sul palco, non si insegnano nemmeno le basi di quello che è il teatro! è normale che il risultato non sia dei migliori: imparare a pappagallo un testo ed essere sbattuti su un palco senza mai esserci stati prima, senza nemmeno sapere come muoversi o come portare la voce è da pazzi. Certo non ci si può aspettare di meglio da una professoressa che ha sempre insegnato greco e latino. Fatemi il favore di ricordarvi che quello è il suo lavoro e quello deve rimanere. Ad ognuno il suo campo, per l’amor di Dio!

Io da 7 anni frequento il Dialma Ruggiero,non mi sembra proprio di essere il tipo che si veste di nero né una persona dall’aria truce. Eppure lì ci sono cresciuta. Lì ho imparato ad amare il teatro più di quanto non lo facessi prima, si è formata una sorta di grande, grandissima, famiglia: abbiamo iniziato un percorso tutti insieme che, inizialmente, consisteva in un laboratorio, poi nella scrittura di un copione, spesso frutto delle nostre improvvisazioni.. dunque gli spettacoli erano completamente nostri, ogni frase, ogni parola, ogni personaggio, era nostro e di nessun altro. Abbiamo condiviso emozioni fortissime: portare in scena spettacoli completamente nostri era un po’ come mettersi a nudo davanti a centinaia di persone. Abbiamo sempre lavorato in maniera seria, e questo è stato possibile solo grazie ad insegnanti competenti e, se devo essere sincera, geniali".

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