Fino al 4 marzo sarà possibile visitare, negli spazi espositivi della Fondazione Carispezia (via D. Chiodo 36 – La Spezia), la mostra della fotografa sudafricana Jodi Bieber.
Between Darkness and Light. Selected Works: South Africa 1994 – 2010, questo il titolo dell'esposizione a cura di Filippo Maggia che in questi mesi ha avuto un ottimo riscontro di interesse e di pubblico, è la prima grande personale in Italia della fotografa vincitrice nel 2011 del World Press Photo con il celebre ritratto di Bibi Aisha, giovane donna afghana con il volto sfigurato.
Jodi Bieber (Johannesburg 1966) è da numerosi anni una delle autrici di spicco della fotografia sudafricana, scuola che vanta lunghe tradizioni e importanti fotografi contemporanei. La mostra presenta 4 serie complete fra le più rilevanti dell'intera produzione di Bieber: Between dogs & wolves - Growing up with South Africa, Going home - Illegality and Repatriation, Women who have murdered their husbands e Soweto. Una raccolta di oltre 100 fotografie in bianco e nero e a colori che tracciano la storia recente del Sudafrica. Dalla fine dell’apartheid sino quasi ai nostri giorni, le immagini raccontano un paese in pieno sviluppo economico, riferimento per molte altre nazioni africane, ma ancora lacerato da vecchi conflitti sociali e da nuove tensioni derivanti proprio dalla modernità che avanza. “È stata una grande fortuna trovare la fotografia” ha affermato Bieber in una recente intervista, "un mezzo che mi ha permesso di esplorare e capire il mio paese in quegli anni cruciali di passaggio da un’epoca a un’altra".
La carriera professionale di Jodi Bieber inizia con la documentazione delle elezioni democratiche in Sudafrica del 1994 e, dopo la partecipazione alle masterclass del World Press Photo nei Paesi Bassi, prosegue per conto di testate internazionali e organizzazioni non governative. Le sue tre serie monografiche, Between Dogs and Wolves – Growing up with South Africa, 1996, Soweto, 2010 e Real Beauty, 2014, sono state esposte, insieme ad altri lavori, in mostre personali e collettive sia in Sudafrica sia all’estero. Le sue opere si trovano in alcune prestigiose collezioni, tra cui la Collezione Arthur Walter, la Collezione François Pinault, la Johannesburg Art Gallery e i Musei Iziko. Bieber svolge, inoltre, attività di mentoring per studenti assegnatari di borse di studio, realizzando progetti, conferenze e workshop di fotografia in tutto il mondo.
La serie esposta alla Fondazione Between dogs & wolves - Growing up with South Africa è il risultato di un lavoro durato dieci anni - iniziato nel 1994 all'indomani delle prime elezioni democratiche del paese - e realizzato all'interno delle comunità più povere dei sobborghi di Johannesburg. Le immagini di Bieber ci trasportano nel mondo delle giovani generazioni cresciute ai margini della società sudafricana, un mondo segnato da sogni e fallimenti, dominato dalle gang, dove i bambini convivono con l'HIV/Aids e dove le prostitute cambiano le tariffe in base al colore della pelle dei clienti. Un racconto sulla perdita dell'innocenza e sull'istinto di sopravvivenza, che diviene metafora della battaglia che lo stesso Sudafrica ha combattuto per decenni.
Nelle fotografie in bianco e nero che compongono invece la serie Going home - Illegality and Repatriation, vincitrice del Premio dell'Unione Europea per la fotografia documentaria, Bieber ha rappresentato il periodo immediatamente successivo alle terribili inondazioni che nel 2000 devastarono il Mozambico e che coincisero, nel vicino Sudafrica, con l'operazione Crackdown messa in atto dalla polizia per diminuire il tasso di criminalità nel paese. Per le persone ritratte - rinchiuse nei centri in attesa di essere rimpatriate o nei treni che le riportano al loro paese di origine, in una sorta di stato di transizione senza fine - attraversare i confini non rappresenta un semplice sogno, ma un atto dettato dal bisogno che si trasforma in un inutile e doloroso calvario.
Tra i lavori in mostra anche Women who have murdered their husbands, una serie in cui emerge in maniera particolarmente evidente quella predisposizione di Bieber a stabilire rapporti forti e sinceri con i luoghi e le persone che racconta, che attraversa tutta la sua produzione. Le fotografie, realizzate all'interno della prigione femminile di Johannesburg, ritraggono alcune donne condannate per aver ucciso, molto spesso per legittima difesa, i loro mariti o compagni. Come ricorda la fotografa "in Sudafrica ogni sei giorni una donna viene uccisa dal proprio partner, ogni ventisei secondi una donna viene stuprata e una donna su quattro subisce regolarmente violenza dal proprio partner".
Soweto è, invece, una serie inaugurata da Bieber nel 2009 e dedicata alla celebrazione della vita nell'omonima area urbana della città di Johannesburg. Grazie al ruolo fondamentale svolto nella storia della lotta all'apartheid, Soweto oggi incarna, forse più di qualunque altro luogo, la lotta del Sudafrica per la libertà e rappresenta uno dei centri nodali del percorso di costruzione di una consapevolezza collettiva. Ma da Soweto provengono anche molte delle espressioni artistiche e culturali nelle quali si riconoscono le giovani generazioni: al di là delle grandi narrazioni, in questo luogo per sua natura vitale e cosmopolita c'è - e c'è sempre stato - un proliferare di espressioni artistiche, tra danza, arte, moda. Le immagini di Bieber raccontano questa realtà in fermento dove - qui come altrove - gli abitanti del Sudafrica reinventano in continuazione se stessi e il proprio spazio urbano.
La mostra Between Darkness and Light. Selected Works: South Africa 1994 – 2010 è accompagnata da un catalogo edito da Skira che contiene tutte le opere in esposizione e una conversazione fra Jodi Bieber e Filippo Maggia.