“Dobbiamo prender atto che la guerra rappresenta una parte fondante della condizione umana. Ci saranno sempre guerre. Ma sono anche consapevole che noi esseri umani abbiamo la capacità di comprendere, di provare empatia, di andare al di là delle divisioni”. Ed è proprio questo che Eliott Ackerman cerca di spiegare nel suo nuovo libro, Dark at the crossing “il Buio al Crocevia”, una connessione emozionale tra i suoi personaggi per spiegare la complessità di un confine, quello tra Turchia e Siria. Una Siria, ormai da tempo, zona calda dello scacchiere internazionale, ponte fra Asia e Europa, tra Oriente e Occidente, terra ambita da molti per la posizione, per il petrolio, per produrre e vendere armi e protagonista di numerosi e frequenti conflitti. Chiarirne la genesi è assai complesso, visti gli interessi in gioco e i continui mutamenti politici ed economici, dividendo la scena tra chi sostiene il dittatore sciita Assad e chi, invece, i ribelli. “I Paesi Occidentali dovrebbero sforzarsi di comprendere le motivazioni alla base di questo fenomeno. Non si può combattere un’ideologia senza comprenderla fino in fondo” , ha spiegato l’ex marine. Ackerman, vivendo a Istanbul, e seguito da un passato che lo ha visto in Afghanistan e Iraq, ha cercato di penetrare un mondo crepuscolare di strade desolate, dove ogni giorno si consumano storie di persone che vedono la speranza in un confine.
Sullo sfondo della guerra siriana, rimane aperto un dilemma: attraversare o restare? Dark at the Crossing racconta la storia fallimento di un matrimonio e al contempo quella di una rivoluzione contro il regime di Bashar al – Assad. Haris Abadi, un ex soldato arabo-americano , dopo aver servito l'esercito americano come interprete in Iraq, si trova in Turchia per attraversare il confine siriano e unirsi alla lotta contro Assad. Derubato di tutto, quasi costretto a rinunciare all’impresa, Haris incontra Amir, rifugiato siriano ex rivoluzionario e sposato con Daphne. Le loro vite si intrecceranno in un percorso profondo e intensamente umano. “E proprio come nelle vere e proprie rivoluzioni, quando un matrimonio fallisce, lascia dei segni indelebili”, spiega Ackerman.
“Così come racconta Elliot nel suo libro – ha spiegato Imma Vitelli – Siria e Turchia sono zone di mezzo dove, ogni giorno, si consumano storie di rifugiati che scappano dalla guerra e di jihadisti che tentano di varcare il confine nella direzione opposta, per andare a combatterla”. La giornalista, che quest’anno ha ottenuto uno speciale accesso in Nord Corea, ci spiega infine come la cosa più triste sia vedere alcuni paesi, ad esempio la Turchia, direzionarsi sempre più verso la dittatura, anche alla luce di una politica estera europea, che di fatto non esiste, e del nuovo accordo UE- Turchia che cerca di contenere l’accesso dei migranti che fuggono dalla guerra. “E in questo contesto, a rimetterci, sono sempre i più deboli, sempre più spesso vittime silenziose agli occhi del mondo. ”