Il film è la storia di tre ragazze palestinesi che condividono un appartamento a Tel Aviv. Donne che cercano di vivere la loro quotidianità in una realtà complessa, che raramente viene raccontata al cinema. Maysaloun Hamoud si è armata di coraggio ed è entrata nell’ombelico di Tel Aviv, in quella parte della città che ribolle di cultura underground dove vivono queste ragazze, diverse e nello stesso tempo unite di fronte a una società araba patriarcale che le giudica e le umilia. Leila è un avvocato penalista che preferisce la singletudine al fidanzato, rivelatosi presto ottuso e conservatore, Salma è una dj stigmatizzata dalla famiglia cristiana per la sua omosessualità, Noor è una studentessa musulmana osservante originaria di Umm al-Fahm, città conservatrice e bastione del movimento islamico. Noor è fidanzata con Wissam, fanatico religioso anaffettivo che non apprezza l'emancipazione delle coinquiline della futura sposa. Ostinate e ribelli, Leila, Salma e Noor faranno fronte comune contro le discriminazioni.
“Un inno alla solidarietà femminile”, così è stato definito il film, che è anche, dice la regista, “un invito a tutte le donne a emanciparsi dalla società maschilista in cui viviamo.