E’ la stessa Catherina Unger a raccontare l’ispirazione di questi suoi lavori: “La natura selvatica e incontaminata è l'ambiente che, fin dalla mia prima infanzia, mi ha commossa di più di ogni altro. Mentre mio nonno mi portava con lui a fare lunghe camminate attraverso le foreste vicino a casa nostra – ricorda - avvertivo la maestosa originarietà della natura e mi rendevo conto di esserne una piccolissima parte. L'ambiente dell'Africa australe amplifica questa sensazione: qui esistono paesaggi infiniti, in cui non è percepibile alcun intervento umano. Queste distese selvatiche ci fanno comprendere com'era la Terra prima che l'uomo la modificasse con il suo intervento, coprendola con le città e tagliandola con autostrade e ferrovie: spazi incontaminati in cui gli animali selvatici vivono in armonia con il loro habitat e le persone sono soltanto piccoli esseri tra tanti, che possono sopravvivere solo rispettando le leggi della natura. In questo quadro s'inserisce la mia attività di fotografa: i miei lavori sono un tentativo di captare la sublimità e l'incredibile bellezza di questa natura così forte e totalizzante”.
Un amore, quello per l’Africa, che dura da lungo tempo: “Viaggio attraverso questo continente da più di 15 anni – spiega - e ho visitato molti paesi: Sudafrica, Mozambico, Tanzania, Kenya, Marocco, Egitto, Capo Verde, Mauritius, Etiopia, Togo, Benin, Zambia, Botswana e Zimbabwe. Uno di quelli che mi sta più a cuore e che ho conosciuto profondamente, e in cui ho trascorso molto tempo, è la Namibia: i suoi deserti e la sua grande biodiversità mi affascinano ogni volta come se fosse la prima”.
A regalare ai visitatori uno spettacolo ancora più suggestivo è la particolare tecnica di stampa delle fotografie in mostra, che assicura una resa altissima delle immagini: “sono state stampate con la tecnica C-print Lambda® - spiega - che si distingue dalle altre tecnologie digitali per la totale assenza di retino, la nitidezza, la “naturalezza” e ricchezza dei toni e delle sfumature. La stampa è eseguita su materiali fotosensibili tradizionali e garantisce una notevole stabilità del colore nel tempo (con garanzia fino a 100 anni!). E’ questo uno dei motivi che la rendono una tecnologia di riferimento per l’arte contemporanea e la fotografia d’autore”.
Catherina Unger, fotografa tedesca da anni residente a Manarola, ha pubblicato nel 2013 il libro “Cinque Terre – vigneti con vista mare” che illustra la storia della viticoltura di questo territorio bellissimo e difficile. Nel 2015 ha realizzato un reportage su un progetto d’inclusione per rifugiati africani nell’ambito dell’agricoltura della zona, che è stato in mostra presso la sede del Parco Nazionale delle Cinque Terre e pubblicato su importanti testate a livello nazionale. Come fotografa di viaggio lavora per una delle più importanti agenzie di immagini, la AWL-images di Londra (che fornisce le copertine per guide quali la Lonely Planet o riviste come i Meridiani), oltre che con diverse riviste italiane e tedesche. Inoltre, organizza viaggi fotografici in Africa.
Essenziale, per la riuscita di questa mostra, la collaborazione con la H. Esposizione di Hans Burger, punto di riferimento per i fotografi alla Spezia: la galleria è nata per dare spazio a diversi autori e stili, provenienti sia dal territorio che dal resto d’Italia, ma anche dall’estero, diventando una finestra culturale aperta sul mondo dell’immagine nelle sue realizzazioni più diverse. Autori emergenti e non espongono le loro opere per un periodo di tre settimane, con la possibilità di far conoscere al pubblico il loro lavoro e creare un canale con eventuali acquirenti; ad oggi, sono state 20 le mostre succedutesi nei locali di Via Vittorio Veneto 17 alla Spezia, con oltre un migliaio di visitatori.
Una descrizione curata delle opere e l’ingresso libero permettono agli appassionati di approfondire il lavoro dei diversi autori.
Catherina Unger “La Mia Africa”
C/o H. Esposizione, Via Vittorio Veneto 17 La Spezia
dal 24 giugno al 14 luglio 2017
Orario di apertura: 15.30-20 dal lunedì al sabato
Ingresso libero