Si parlerà della vita di Spezia quando l’ea ciü picénina, quando nel piccolo borgo cinto da mura, non ancora sconvolto dai lavori di costruzione dell’arsenale, gli abitanti conducevano un’esistenza serena cominciando a sviluppare un’economia basata sul turismo. La città era racchiusa tra due promontori, oggi scomparsi, in una valle solcata da mille canali che scorrevano fra giardini, orti, boschetti, frutteti, alimentando con le loro acque una dozzina di mulini. Era il tempo in cui gli uomini giocavano alla morra o alle bocce nella macchia di olmi alla foce del Fosso, i bambini si rincorrevano nei prati, e nelle sere d’estate, lungo il viale che conduceva a San Vito, rischiarato solo dalle stelle, dalla luna e da milioni di lucciole, gli innamorati passeggiavano mano nella mano seguiti a debita distanza dalle madri o dai padri.
L’OrtoBar “Il Poggio”, situato all’interno del Parco delle Clarisse, a due passi da Via Prione, nei pressi del castello San Giorgio, è facilmente raggiungibile usando i comodissimi ascensori che partono da Via Indipendenza e da Via 20 Settembre.