Gli anglofoni lo chiamerebbero “body swap”. È un espediente narrativo inflazionato, ma buono per tutte le stagioni: i due protagonisti, per una magia, un imprevisto tecnologico o una qualche altra diavoleria, entrano l’uno nel corpo dell’altro, con tutti gli inconvenienti e i siparietti imbarazzanti che comporta vivere una vita diversa dalla propria. In “Moglie e marito” lo scambio dei corpi non è che l’occasione per Pierfrancesco Favino e Kasia Smutniak di fornire un indispensabile manuale di recitazione, ad uso e consumo di aspiranti attori e amanti del cinema.
Andrea (Pierfrancesco Favino) e Sofia (Kasia Smutniak) sono una coppia scoppiata di prima categoria: lei è tutta indaffarata nella sua promettente carriera televisiva, vuole il divorzio perché pensa che lui non la ascolti più; lui, di professione neurochirurgo, non sopporta che la baracca vada avanti grazie allo stipendio di lei, è tutto impegnato dalle sue avveniristiche ricerche scientifiche, accetta il divorzio perché, naturalmente, pensa che lei non lo ascolti più.
Poi arriva una tazza di tè, rovesciata nel punto sbagliato sull’astruso apparecchio scientifico inventato da Andrea, a far capire ad entrambi quanto sia complicata la vita dell’altro: lei si risveglia nel corpo di lui, lui in quello di lei. E qui comincia il bello per chi siede in poltroncina.
Va da sé che lo scambio inaspettato consentirà ai due di riconciliarsi e comprendere le esigenze, le sofferenze e le ansie dell’altro. Morale: meglio un fortuito body swap che un centinaio di sedute di terapia di coppia. Ma se “Moglie e marito” scorre via leggero e gradevole, senza un momento di noia o affaticamento, è grazie alle pregevoli prove dei due protagonisti.
Favino è una gioia per gli occhi dal primo all’ultimo fotogramma. La svolta nella narrazione lo obbliga – per nostra fortuna - ad atteggiarsi come fosse una donna per un’ora e mezzo, e sembra quasi che per l’eccezionale attore romano non ci sia nulla di più naturale: i tic e le movenze effeminate, i gridolini di stupore, le pose femminee del viso, perfino il tono della voce modulato a dovere sono una garanzia di risate sincere fino ai titoli di coda.
Kasia Smutniak, nel dipingere un uomo un tantino rustico nei panni di una donna elegante e raffinata, a onor del vero non è da meno, ma qui tenere testa a un Favino in stato di grazia è veramente difficile. Quello che convince di più è che la recitazione di Favino, forse anche con l’aiuto del regista esordiente Simone Godano (un debutto degno di nota, chapeau), non scade mai nella macchietta, ma si mantiene sempre all’interno di un virtuosismo brillante e godibile.
Una commedia senza pretese, sì – anche se non mancano riflessioni inattese su un femminismo alla moda ma solo di facciata e sull’importanza dell’empatia nelle relazioni umane - che però impressiona per i livelli della recitazione e per il ritmo agile e mai fuori tempo della narrazione. Un piccolo gioiellino tutto italiano da conservare a futura memoria.
Vivamente consigliato alle coppie. Soprattutto quelle scoppiate.
DOVE E QUANDO
“Moglie e marito” è in programmazione al Megacine di via del Canaletto giovedì 20 e venerdì 21 aprile alle 16.40, 18.50, 21.20, sabato 22 aprile alle 17.30, 20.20, 22.35, domenica 23 aprile alle 14.30, 16.40, 18.50, 21.20, lunedì 24 aprile alle 16.40, 18.50, 21.20, martedì 25 aprile alle 14.30, 16.40, 18.50, 21.20 e mercoledì 26 aprile alle 16.40, 18.50, 21.20; è in programmazione anche al Moderno di Sarzana (qui gli orari).
Titolo: Moglie e marito
Genere: Commedia
Diretto da: Simone Godano
Scritto da: Carmen Roberta Danza, Giulia Louise Steigerwalt
Con: Kasia Smutniak, Pierfrancesco Favino, Valerio Aprea
Durata: 1h 40min