A dialogare con lo scrittore premiato sarà il nostro direttore Umberto Costamagna. Cosa l'ha spinta a questa scelta?
Ho conosciuto a Milano, nella sede della sua azienda, Umberto Costamagna e sono rimasta colpita da due cose: dall'amore che ha per La Spezia (nel suo studio c'è un armadio che raccoglie tutto quello che viene pubblicato sulla storia della nostra città oltre a... quattro sciarpe da tifoso dello Spezia Calcio!) e dalla passione con cui parla del lavoro e delle possibilità che il mondo dell'impresa deve poter offrire. Costamagna non è solo un giornalista, direttore del vostro quotidiano on line La Gazzetta della Spezia ma è un imprenditore, presidente e fondatore dell'Azienda CALL & CALL, una realtà industriale che ha 16 anni di vita, 2.500 dipendenti assunti a tempo indeterminato e 7 sedi sparse sul territorio italiano.
L'abbiamo invitato a dialogare con Eraldo Affinati perché mi sembra che, pur in ambiti molto diversi, Affinati e Costamagna possano essere due esempi positivi perché entrambi riconoscono i diritti delle persone. Affinati, con le sue scuole di italiano gratuite per migranti Penny Wirton, da anni opera per mettere in grado i giovani stranieri che arrivano in Italia di apprendere la nostra lingua, condizione indispensabile per ottenere dei diritti e avere dei doveri; Costamagna, come imprenditore, pensa che riconoscere i diritti delle persone non sia buonismo: significa farle lavorare meglio. Come dice il cardinale Dionigi Tettamanzi (che Costamagna cita spesso), 'l'etica nel mondo dell'impresa non è un freno, è un acceleratore'.
Ho notato, parlando con lui che Costamagna, oltre all'insegnamento della dottrina sociale della Chiesa, ha due punti di riferimento nella vita: Adriano Olivetti e Don Milani. Di Olivetti ricorda la frase: "nel momento in cui mi rapporto con un lavoratore, mi rapporto come un uomo, non come un prestatore d'opera, come un uomo nella sua interezza". Di Don Milani apprezza la coraggiosa scelta di vita e la visione alta che il Prete di Barbiana aveva della politica: "il tuo problema è uguale al mio, sortirne da soli è l'avarizia, sortirne assieme è la politica".
Mi è sembrato giusto dunque, nel momento in cui si parlerà del libro che Affinati ha dedicato a Don Milani, "L'Uomo del Futuro", invitarlo a dialogare con lui. Anche perché dopo la scuola i giovani si troveranno a confrontarsi con il mondo dell'Impresa.
Chi vorrebbe fosse presente a questa premiazione?
Vorrei che ci fossero tanti docenti perché Affinati, oltre che un grande scrittore, è un educatore, un maestro. E io stessa lo sono stata per 35 anni rinunciando volutamente ad insegnare nei Licei perché ritenevo che far amare la lettura e la letteratura ai ragazzi che studiavano negli Istituti Tecnici fosse più importante. Conosco, per averli provati, i sacrifici che fanno i professori, ogni giorno in trincea per comprendere ragazzi sempre più difficili da capire; ancor di più, ovviamente, quando ci si deve rapportare con i tanti stranieri che sempre più numerosi arrivano sui banchi di scuola.