La donna ha un ruolo fondamentale nei Paesi musulmani, ha detto la Caferri, perché "se si apre alla donna vuol dire che la società tutta si apre": la questione della parità uomo-donna è "la cartina di tornasole per capire come evolve lo scontro tra conservatori e riformisti nel mondo islamico". Il cambiamento in corso è epocale: le donne arabe fanno meno figli, sono più scolarizzate e lavorano di più che in passato. Sono questi i fattori "che hanno portato le donne a essere protagoniste delle Primavere arabe". Ora, ha continuato la Caferri, "è in corso un arretramento, hanno vinto i fondamentalisti o i rais", ma le Primavere arabe "non possono essere giudicate dopo solo cinque anni": la spinta delle donne non si è esaurita, e così la battaglia all'interno dell'Islam per rendere compatibili Islam e democrazia.
Su questa analisi ha convenuto il Presidente di Mediterraneo Giorgio Pagano: "Il destino dell'Islam -ha detto- è tutto da ridisegnare: non c'è incompatibilità con la democrazia, ma si tratterà non di una democrazia 'europea', importata dall'esterno, ma di una democrazia islamica, che contrasti il califfato e riconosca la parità uomo-donna". "Molto dipende dagli islamici -ha continuato Pagano- ma molto dipende anche da noi: l'Occidente deve avere un grande respiro strategico". Il fondamentalismo, ha concluso, "si combatte non contrapponendogli un altro fondamentalismo ma con il dialogo".
(Foto: Enrico Amici)