Per Aime "con la scoperta del Dna non è più possibile parlare di razze, perché gli uomini si sono sempre mossi e imbastarditi: non ci sono più le razze, discendiamo tutti dagli stessi antenati meticciati". E tuttavia, ha proseguito, "se l'idea di razza è stata demolita, il razzismo no, perché vive nella tesi secondo cui ogni popolo ha una sua cultura, che ognuno deve coltivare a casa sua". Il presupposto è che "le culture hanno identità separate": ma "qualunque cultura è già il prodotto di un incontro di culture, perché ci siamo sempre scambiati idee". L'identità è dunque "una costruzione" e anche la tradizione "è continuamente modificata".
Ed ecco la conclusione: "Non possiamo parlare di 'noi' e 'loro': dove sta il confine?".
Aime è stato introdotto da Giorgio Pagano, presidente di Mediterraneo, che ha fatto riferimento alle sue esperienze di cittadino impegnato in Italia nell'accoglienza dei migranti e di cooperante in Africa per una conclusione analoga a quella di Aime: "Le basi della convivenza sono nella cultura, che è qualcosa che costruiamo ogni giorno nelle relazioni con gli altri".
L'iniziativa, tenutasi al Parco Shelley di San Terenzo, è stata organizzata in collaborazione con il Comune di Lerici. La prossima iniziativa del progetto sarà la mostra fotografica "Paesaggi e luoghi della civiltà mediterranea", che sarà inaugurata sabato 24 settembre alle 17,30 agli Archivi Multimediali "Sergio Fregoso".
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(Foto: Enrico Amici)