Il libro è stato presentato da Patrizia Raggio, della sezione Anpi di Deiva Marina e Framura, che ha insistito sulla centralità del concetto di "ardir", inteso come coraggio della scelta morale, e sull'importanza dell'aver reso protagonisti del libro le persone "normali", non solo gli eroi ma anche le donne e gli uomini semplici.
L'altra presentazione è stata del Sindaco Gianluigi Troiano: "da ex democristiano -ha esordito- devo dire che il libro è stato scritto da un ex comunista, ma con il massimo di obbiettività". Troiano ha poi condiviso le tesi del saggio finale "La Resistenza e la sua eredità. 1945-2015": "la costituzione di un partito socialista di sinistra, nato dall'unità di Pci e Psi, avrebbe fatto bene anche alla Dc, perché non sarebbe stata più certa di stare sempre, impunita, al governo, e avrebbe facilitato l'unità delle forze democratiche, pur divise rispetto al governo, attorno ai comuni valori antifascisti". Ora, ha concluso, "il popolo deve ritrovare la sua unità contro il combinato disposto Italicum-riforma costituzionale, che porterebbe all'uomo solo al comando e alla fine della Repubblica parlamentare nata sui monti dove combatterono i partigiani".
"Dal '45 a oggi -ha detto Pagano- è uscita stritolata la Resistenza popolare e civile, delle donne e degli uomini comuni, che avrebbe dovuto essere posta a fondamento del tentativo di formare le 'virtù civiche' degli italiani". Ma è da qui, ha continuato, che occorre ripartire: "dalle persone, dalle donne e dagli uomini semplici che hanno fatto la Resistenza, e poi la storia democratica del dopoguerra e di oggi, animati dalla stesso coraggio morale di allora... il dibattito costituzionale è un'opportunità: le donne e gli uomini semplici possono dimostrare di voler essere cittadini, non sudditi, ed esercitare la 'mente costituente' che è mancata ai vertici del potere, difendendo a grande maggioranza lo spirito e la lettera della Costituzione nata dalla Resistenza". Pagano ha concluso così: "Vale sempre l'insegnamento della Resistenza. Quello che ci spiega Pietro Benedetti, in una delle Lettere dei condannati a morte della Resistenza italiana, scrivendo alla moglie: 'Ma che fare? Vi sono nel mondo due modi di sentire la vita. Uno come attori, l'altro come spettatori'. Non è 'dall'alto' dei poteri costituiti che possiamo pensare di ricevere la salvezza. Sono i germogli che nascono nella società, 'dal basso', spesso tra i più umili, dove si trova talora la consapevolezza che manca altrove".
Le prossime presentazioni di "Eppur bisogna ardir" si terranno a Vernazza (venerdì 10 settembre ore 18) e a Framura (sabato 11 settembre ore 21).