Venerdì 12 agosto all'anfiteatro del Parco della Maggiolina al Canaletto è in programma il secondo appuntamento con l'Ape Libraia – libri, scrittori e attività in giro per Spezia. Alle 18.30 il programma si aprirà per i più piccoli con letture con il kamishibai, teatrino d'immagini giapponese. Alle 19.30 è prevista un aperitivo in collaborazione con il Jurassic Bar che porterà alle 21 all' incontro con lo scrittore Alvise Lazzareschi, autore de "La casa del colonnello" (Rizzoli 2016). Sono imponenti come cattedrali, le bianche pareti delle cave sulle Alpi Apuane. La polvere di marmo ricopre le braccia abbronzate dei cavatori, attenuando i contrasti sotto il sole che batte senza pietà. In mezzo a loro sta un uomo e osserva lo scorcio di mare che, ai piedi delle montagne, si confonde con il cielo. Ha appena compiuto cinquantacinque anni e sente che è arrivato il momento di guardarsi indietro. Così, la sera, tira fuori da un cassetto una vecchia scatola di latta colma di fotografie, e il diario scritto tanto tempo prima da suo padre. Sfiorando quelle immagini e quei racconti, insegue i ricordi dell'infanzia a ritroso in un'epoca magica in cui realtà, sogno e leggenda si mescolano. Dalla memoria riaffiorano rumori, oggetti, volti e storie: come quella del colonnello che lassù costruì una grande casa per accogliere la sua amata, una nobildonna veneziana; o della vedova che al tramonto ballava con la sua mucca. Per l 'uomo, rivivere quelle emozioni genera stupore e domande sul mistero della vita, sul tempo che tutto travolge eppure mantiene inalterato il senso di appartenenza a una comunità orgogliosa e felice.
Dalle 21.30 la compagnia teatrale Nouvelle Lune porterà alla Spezia una parata dal titolo "Fairy tales" che si svolgerà a partire da Piazza Brin, proseguendo per Corso Cavour per passare attraverso Piazza del Mercato e Piazza Garibaldi e ritornare nella piazza principale del Quartiere Umbertino. Dai boschi ecco arrivare in città il piccolo popolo che anima la notte con luci e colori, incantevoli fate e dispettosi folletti che danzano al ritmo di trascinanti melodie. Stravaganti personaggi si esibiscono in leggiadre danze sui trampoli, esercizi di giocoleria, giochi pirotecnici per dare vita ad una frizzante atmosfera di festa, quel pizzico di magia in grado di condurre la nostra immaginazione attraverso le porte di un mondo fatato. Studiata per un pubblico di ogni età, affascinante di giorno per la bellezza dei costumi e delle figure rappresentate, è tuttavia particolarmente suggestiva al calar del buio grazie all'uso combinato delle luci, fuochi d'artificio, fumogeni e led luminosi.
A Pegazzano, nel parco vicino all'Arcimboldo alle 21.30 nuovo appuntamento con il cinema e i suoi grandi capolavori nei quartieri della città. Per l'occasione sarà proiettato "Signore e Signori" di Pietro Germi. Sulla piazza del mercato, ai tavolini del caffè, siedono gli uomini che guardano le donne. Sono un coro variegato di borghesi veneti, professionisti del perbenismo di facciata, cattodemocristiani protetti in qualche modo dall'alto, che cadono sempre in piedi. C'è Toni Gasparini, che confessa al dottor Castellan il suo problema di impotenza, suscitando nel medico la fregola irresistibile del pettegolezzo. Così, mentre gli amici ridono alle sue spalle, il Gasparini ride di più, nel letto della moglie del dottore, al quale aveva dato a credere una bugia bella e buona. Poi c'è Bisigato, impiegato di banca, afflitto da una moglie insopportabile, che crede di poter cominciare una nuova vita con Milena, una giovane cassiera, ma non fa i conti con i presunti amici e con il tabù della separazione coniugale. E poi c'è Benedetti, il venditore di scarpe, che adocchia una bella ragazza di campagna e le fa fare generosamente il giro di tutti i suoi compari. Peccato che la ragazza sia minorenne e che il padre di lei li porti tutti in tribunale. Toccherà all'irreprensibile moglie di Gasparini occuparsi di risolvere l'inconveniente a suon di bigliettoni e non solo.
Da un soggetto di Luciano Vincenzoni, che ha raccolto il materiale narrativo nella sua Treviso (la città del film, mai nominata ma riconoscibilissima), Germi trae la sua commedia di costume più nera e più alta. È una satira bruciante, tanto che in molti, tra i critici italiani, si scottarono e non ne riconobbero da subito il valore, preferendo gli altri due film della trilogia, Divorzio all'italiana e Sedotta e abbandonata, ambientati nella più remota Sicilia. Ci penserà il Festival di Cannes a tributare per primo al film il plauso internazionale che meritava, con la Palma d'oro del '66 (ex aequo con Un uomo, una donna di Lelouch). Sceneggiato da Age e Scarpelli, il film deve in verità la sua straordinaria struttura narrativa ad un'idea di Ennio Flaiano (non accreditato), che s'ingegnò per cercare una cornice che lo emancipasse dal genere boccaccesco della pellicola ad episodi, di gran voga in quel periodo. L'ideazione del coro di personaggi, che si assomma nella piazza cittadina, assurgendo a emblema di una logica ideologica di gruppo o ancor meglio di branco, per poi lasciar spazio ai singoli assoli, supera lo strumento decorativo, al punto che la cornice diventa il film stesso, il suo stile e il suo senso. Il coro, unitamente all'aria e al recitativo, porta con sé anche un'idea di melodramma, che riaffiora specialmente nel secondo dei tre atti, nella figura tragica del personaggio interpretato da Gastone Moschin, così come nell'aria d'opera accennata da Castellan e Scarabello ("La bella figlia dell'amor", dal Rigoletto, che Germi non riuscì ad inserire qui, andrà a far parte del primo capitolo di Amici miei). A distanza di cinquant'anni esatti, favorito da un ottimo restauro, Signore & signori si conferma un'opera di amara attualità e d'inalterata modernità. (fonte mymovies).
(Foto: kamishibai.mi.it)