Ana è un'ebrea di origine polacca sopravvissuta all'olocausto che, a suo tempo, sposò un arabo sfidando pregiudizi e divieti in nome dell'amore. Il regista conduce Yael, una reporter, in un quartiere di Giaffa, nell'area metropolitana di Te Aviv, per raccogliere le testimonianze di familiari e vicini di casa su questa storia realmente accaduta. Il film varia sul tema della travagliata convivenza tra arabi e ebrei, usando la metafora della coppia mista per parlare di un destino collettivo. In un momento storico in cui in Terrasanta prevalgono la guerra e l'odio, il film ci parla con un messaggio chiaro: esiste sempre la possibilità di convivere, non bisogna arrendersi alla guerra e all'odio.